Dal primo gennaio 2022 pagamenti in contanti solo fino a 1000 euro
Stop al tetto di 2mila euro: dal primo gennaio 2022 non si potranno spendere oltre mille euro in contanti. Previste sanzioni da 1.000 fino a 15mila euro per i trasgressori
Dal 1° gennaio 2022 nuova stretta in arrivo sui pagamenti contanti. Dagli attuali 2.000 euro, si potrà trasferire denaro contante solo fino a un massimo di 1.000 euro. E’ questo il nuovo tetto che non potrà essere superato a partire dal nuovo anno. Si tratta di una stretta già annunciata, non è una novità dell’ultima ora. In pratica è un effetto del decreto fiscale collegato alla precedente Legge di bilancio 2020, partorita dal governo Conte bis. Questo provvedimento aveva già previsto modifiche da luglio 2021, abbassando il limite del pagamento in denaro da 3 mila euro a 2 mila euro. Ma aveva anche annunciato che a partire da inizio 2022 questo limite si sarebbe inasprito ulteriormente, scendendo a 1.000 euro, o, più precisamente 999,99 euro.
UN RITORNO AL 2011
Quindi il 31 dicembre 2021, con lo scopo di incentivare nel Paese il ricorso alle transazioni digitali e per contrastare l’evasione fiscale e il fenomeno dei pagamenti in nero, scadrà l’attuale limite di 2.000 euro all’utilizzo del denaro contante e dei titoli al portatore in Italia. E dal 1° gennaio 2022, si inaugura il tetto di 1.000 euro di tutti i pagamenti in denaro. Non si tratta di una novità assoluta. Questo limite ai pagamenti in contanti di 1.000 euro era stato già introdotto nel 2011, per effetto del Decreto Salva-Italia firmato governo Monti. Quindi è più corretto parlare di un ritorno al pagamento limite di 1.000 euro. Questo tetto massimo non deve essere superato nei trasferimento di denaro contante in euro o in valuta estera, nei trasferimento di titoli al portatore in euro o valuta estera e nei libretti di deposito bancari o postali al portatore.
IL TETTO NON VALE PER VERSAMENTI E PRELIEVI IN BANCA O POSTA
Questo significa che si possono continuare a prelevare o versare in banca o posta cifre in contanti sopra i 1.000 euro. Perché in questi casi non c’è di mezzo una transazione tra privati, ma un’operazione con il proprio istituto di credito. Per intenderci, possiamo tranquillamente andare in banca e prelevare 3.000 euro. Ed allo stesso modo possiamo recarci allo sportello bancario e versare 1.800 euro. Questo perché la transazione riguarda solo noi e nessun altro. Quei soldi possiamo sempre averli risparmiati nel tempo in piccole cifre. Nulla dice che quegli importi corrispondano ad evasione fiscale. Comunque, dal 1° gennaio 2022 conviene attenersi alle regole. Chi non lo fa, rischia sanzioni salate. Minimo 1.000 euro per le trasgressioni in generale, e 5.000 euro per le violazioni di importo superiori a 250mila euro. Chi non comunica l’irregolarità essendo tenuto a farlo, paga una sanzione da 3mila a 15mila euro.