Un bambino di 10 anni è morto nel Siracusano dopo esser precipitato in un pozzo artesiano profondo circa 15 metri. Il tragico incidente, sulle cui cause la procura di Siracusa ha aperto una inchiesta, è avvenuto nei pressi di un campo estivo a Palazzolo Acreide. Per il piccolo, nonostante un’operatrice di 54 anni abbia cercato di recuperarlo calandosi all’interno del pozzo, non c’è stato nulla da fare.
Il drammatico episodio riporta alla mente quello in cui perse la vita il piccolo Alfredino Rampi, a Vermicino. Il bambino di sei anni restò in agonia per tre giorni prima di morire. Anche in quel caso, si trattava di un pozzo artesiano. Ma di cosa si tratta?
Un pozzo artesiano viene perforato per captare una falda acquifera sotterranea che scorre in pressione e per effetto della pressione idrostatica tende a salire fino a uscire. Sfrutta i naturali bacini artesiani, acquiferi in pressione, e permette di fare a meno dei sistemi di pompaggio. Il nome deriva dalla Regione nel Nord della Francia di Artois, dove le argille consentono la formazione di acquiferi multistrato confinati. Il primo sarebbe stato praticato nel 1126 da un gruppo di monaci. Da secoli, i pozzi artesiani sono una risorsa per recuperare l’acqua dal sottosuolo. Vengono ancora oggi utilizzati per irrigare i campi agricoli, fornire acqua alle comunità rurali. Sono una grande risorsa idrica per recuperare acqua potabile.