Dalle lacrime agli insulti razzisti: c’era una volta il fair play inglese
Loro si dicono gli inventori dello sport e delle regole, ma si sono dimostrati arroganti, spocchiosi e violenti. Hanno messo nel mirino gli avversari e chi ha sbagliato i rigori
L’arroganza inglese era già esplosa nelle esagerate aspettative di vittoria della vigilia, e si è confermata nell’insofferenza e rabbia davanti alla sconfitta. Anche accusando gli italiani di fingere infortuni, nonostante il tuffo clamoroso del loro Sterling, quando ha rubato un rigore decisivo nella semifinale contro la Danimarca. Solo la spocchiosa dei sudditi della regina può avevre generato i fischi e i “buuu” durante l’esecuzione dell’Inno di Mameli. O il precipitoso abbandono dello stadio subito dopo la sconfitta, evitando di rendere i dovuti e meritati onori ai loro ospiti vincitori. E tradendole le più elementari regole della sportività, li hanno atteso anzi all’uscita per menarli. Anche i giocatori non sono stati da meno, quando con un plateale gesto di stizza si sono sfilate dal collo le medaglie di secondi classificati. Dopo avere perso il match non solo ai rigori ma, obbiettivamente, anche ai “punti”.
INTOLLERABILI INSULTI RAZZISTI
Ma il proverbiale fair play made in England è andato in fumo anche con gli insulti razzisti che sono stati rivolti attraverso i social contro i tre loro giovanissimi calciatori che hanno sbagliato i rigori decisivi contro l’Italia nella finale di Wembley. La rabbia che è esplosa con pesanti insulti razzisti nei confronti di Rashford, Sancho e Saka, rei di avere sbagliato i penalty. Il rigore di Marcus Rashford ha colpito il palo e i tiri dal dischetto di Bukayo Saka e Jadon Sancho sono stati parati da Donnarumma. Il 19enne Saka ha sbagliato il rigore decisivo, che ha dato il titolo all’Italia, negando all’Inghilterra la possibilità di vincere suo primo grande trofeo internazionale di calcio dopo i Mondiali del 1966. Rashford, Sancho e Saka sono tutti di origine etnica caraibica o africana, e i primi due sono molto noti anche per l’impegno sociale e contro le discriminazioni nel Regno Unito.
«DISGUSTATI E INORRIDITI»
Boris Johnson in persona ha denunciato con forza e condannato via Twitter l’accaduto. «Questa nazionale inglese merita di essere elogiata, sono eroi e non devono esser vittime di offese razziste. I responsabili dovrebbero vergognarsi di loro stessi». La Federazione inglese (Fa) si è affiancata anch’essa, con la dichiarazione del presidente onorario, il principe William. Si è detta «disgustata» e «inorridita», ed ha continuato decisa: «Non potremmo essere più chiari nel sottolineare che chiunque si macchi di questi comportamenti disgustosi non è benvenuto» come tifoso della nazionale. Faremo tutto il possibile per dare sostegno ai giocatori colpiti, mentre sollecitiamo le punizioni più dure possibili per i colpevoli». La Federazione ha anche sollecitato il controllo dei giganti del web, che si dovrebbero assumere la loro responsabilità sull’uso delle piattaforme social a fini di razzismo, ed a «bandire» chi se ne renda protagonista.