Dall’Unione Europea via libera al commercio di grilli in polvere come alimento

Oltre ai grilli domestici la Ue, come cibo da portare in tavola ha già autorizzato anche la vendita della larva gialla della farina e della Locusta migratoria

L’Unione Europea ha autorizzato l’immissione sul mercato, in polvere e parzialmente sgrassata come nuovo alimento, dell’“Acheta domesticus”, vale a dire il grillo domestico. E’ quanto prevede il Regolamento di esecuzione Ue 2023/5 della Commissione del 3 gennaio 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria.  L’autorizzazione vale per un periodo di cinque anni, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, cioè dal 24 gennaio 2023. Nel Regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue,  ed in essa è precisato che solo la società Cricket One Co. Ltd è autorizzata a immettere sul mercato dell’Unione il nuovo alimento a base di polvere di grillo domestico. Altri richiedenti potranno però chiedere l’autorizzazione al commercio.

Ma gli insetti non piacciconi agli italiani, e secondo la Coldiretti possono essere pericolosi

Da una analisi Coldiretti/Ixe’ è emerso comunque che la grande maggioranza degli italiani non porterebbe mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale. Il 54% degli italiani sono proprio contrari agli insetti a tavola, mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli il 16% e non risponde il 6%. Oltre ai grilli domestici, ha evidenziato la Coldiretti, la Ue, al momento, come cibo da portare in tavola ha già autorizzato anche la vendita della larva gialla della farina e della Locusta migratoria. Ed ha anche spiegato: “Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.