Daniela Lo Verde arrestata, chi è la preside antimafia che si paragonava a Don Chisciotte

La preside dell’istituto “Giovanni Falcone” dello Zen è stata nominata, nel 2020, Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana: noto il suo appello per recuperare pc e tablet affinché gli studenti potessero partecipare alla Dad

Daniela Lo Verde

Daniela Lo Verde, preside dell’Istituto “Giovanni Falcone” nel quartiere Zen di Palermo, è tra gli indagati nell’ambito dell’indagine “La Coscienza di Zen-O”, coordinata dai Procuratori Europei Delegati Calogero Ferrara e Amelia Luise dell’European Public Prosecutor’s Office di Palermo. 

Gli accertamenti, condotti da febbraio 2022 ad aprile 2023, hanno portato alle ipotesi di reato di peculato e corruzione. Gli inquirenti ritengono di aver individuato infatti un “unitario centro di interessi illeciti” radicato all’interno della scuola e formato dalla proprio dalla preside, dal vicepreside e da professionisti privati che, in concorso fra loro, si sarebbero resi responsabili dei reati ipotizzati, afferenti alla gestione dei fondi di spesa pubblici, sia nazionali che europei, nell’ambito di vari progetti scolastici.

Daniela Lo Verde, la preside antimafia dello Zen

I carabinieri riferiscono di un quadro aggravato dalla circostanza che la dirigente Daniela Lo Verde nel tempo ha costantemente alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalità. Per citare un episodio recente, l’inizio dell’anno scolastico aveva visto all’interno della scuola “Giovanni Falcone” il sindaco Roberto Lagalla con gli assessori Aristide Tamajo e Rosi Pennino; una circostanza legata agli atti vandalici che la scuola aveva subito giusto qualche settimana prima. Ignoti avevano danneggiato, tra l’altro, l’impianto di amplificazione e la strumentazione digitale di supporto.

“Aula magna devastata, vetri rotti e impianto di amplificazione distrutto. Risultato dell’ultimo fine settimana.
Oggi ci sentiamo come Don Chisciotte… e anche molto soli… Speriamo di riacquistare voglia e energia per affrontare il nuovo anno”. Così aveva scritto in un post su Facebook Daniela Lo Verde, ricevendo numerosi commenti di supporto e incoraggiamento nella sua lotta in favore della comunità. Manforte era poi arrivata dalla Fondazione Sicilia, che aveva assunto l’impegno, proprio in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, di finanziare un nuovo impianto audio e di amplificazione.

Qualche giorno dopo, il 30 settembre, un nuovo atto vandalico alla scuola. “Anche oggi un grande dispiacere di trovare vetri rotti, telecamere bruciate, inferriate divelte ma anche una grande preoccupazione: sono stati trovati tanti proiettili. La scuola è dei bambini e del quartiere perché tanto accanimento? Ringrazio le forze dell’ordine per la costante presenza”. 

La nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana

Si tratta solo di alcuni esempi. Daniela Lo Verde è nota a Palermo per le sue posizioni in favore della comunità e contro chi la insidia mediante il malaffare. Nel periodo della pandemia, inoltre, si era dedicata a fornire supporto alle famiglie in difficoltà: aveva lanciato un appello per recuperare pc e tablet al fine di permettere agli alunni della scuola di prender parte alla Dad. Un impegno che le è valso nel giugno del 2020 la nomina di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana da parte del presidente Sergio Mattarella.

Daniela Lo Verde arrestata, le accuse

Le accuse che oggi arrivano nei confronti della dirigente scolastica sono dunque un fulmine a ciel sereno. I carabinieri affermano infatti che l’indagine avrebbe consentito, anche grazie all’ausilio di consistenti attività tecniche, di accertare “l’esistenza di un unitario centro di interessi illeciti”. In sostanza, i citati dirigenti scolastici avrebbero attestato la falsa presenza degli alunni anche in orari extracurriculari al fine di giustificare l’esistenza di progetti PON di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte. Una mossa finalizzata, secondo gli inquirenti, ad “accaparrarsi i cospicui finanziamenti comunitari connessi” ai progetti.

Irregolarità anche nelle procedure di acquisto e fornitura di generi alimentari per la mensa scolastica: “È stato documentato come all’interno dell’Ufficio di Presidenza fosse custodita una cospicua quantità di generi alimentari nonché costosi dispositivi informatici destinati agli studenti: sarebbero stati invece costantemente prelevati dalla preside e dal suo vice per proprie ed esclusive necessità”. La Dirigenza avrebbe inoltre affidato stabilmente la fornitura di materiale tecnologico a una sola azienda in forza di un accordo corruttivo volto all’affidamento di ulteriori e importanti commesse in cambio di molteplici illecite dazioni di strumenti tecnologici di ultima generazione. In attesa chiaramente che gli inquirenti proseguano il loro lavoro e fermo restando il principio di presunzione di innocenza, a Palermo in queste ore si respira un’aria di sbigottimento e perplessità.

Foto da Facebook

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