La sua vita è stata brutalmente spezzata il 29 aprile scorso da un drammatico incidente sull’autostrada A20, il suo ricordo prosegue a vivere nel cuore e attraverso le vite di coloro che lo hanno cosciuto e amato. Daniele Breganze aveva solo 23 anni e prestava servizio nella compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. Dopo la sua prematura scomparsa, il 6 novembre scorso ha ufficialmente preso vita Daniele Vive APS, associazione che si propone di portare avanti i suoi valori di onestà, lealtà e legalità.
“L’associazione nasce dal mio grande dolore e dalla convinzione degli scopi che la stessa si propone – spiega Drava Viola, mamma di Daniele nonché presidente dell’ente del Terzo Settore -. Vogliamo non essere indifferenti al bisogno e al dolore degli altri e sensibilizzare l’opinione pubblica verso gli scopi dell’associazione di promozione sociale, già ben individuati dall’art. 5 del codice del Terzo Settore. Quindi in collaborazione e co-progettazione con le istituzioni vogliamo portare avanti diverse iniziative”.
L’associazione, costituita da sette soci fondatori, sarà presentata a Palermo l’1 febbraio, alle 17.00, in un evento organizzato ai Cantieri Culturale alla Zisa, alla presenza di autorità militari, civili e religiose nazionali. Tra le attività che più stanno a cuore a Drava Viola c’è sicuramente l’ascolto dei bisogni dei più piccoli, bambini e ragazzi che si trovano a vivere situazioni di disagio o di pericolo, spesso più grandi di loro.
“Spesso oggi i giovani non si divertono se non hanno droga e alcol. Il mio obiettivo è anche quello di andare ad attenzionare l’abbandono nonché il bisogno di comunicazione, che oggi i giovani non hanno più direttamente con l’amico, il compagno o il genitore. Spesso comunicano attraverso sms, WhatsApp, Facebook, non potendo fondamentalmente soddisfare questo loro bisogno. È, secondo me, un aspetto che bisognerebbe molto attenzionare e mi piacerebbe aiutare i ragazzi, anche a Palermo, a dissociarsi da ciò che non è costruttivo per loro magari attraverso lo sport, la lettura, il volontariato stesso”.
In questo senso, un accordo raggiunto col presidente della Vibonese permetterà a bambini tra i 5 e i 10 anni di frequentare la scuola calcio, nella convinzione che le discipline sportive possano essere un mezzo utile a salvaguardare i giovanissimi e a tutelarli da insidie e cattive compagnie.
I progetti che la Daniele Vive APS vuole portare avanti sono molteplici: dalle iniziative di educazione stradale alle attività in favore dei minori nelle scuole, coadiuvando insegnanti e famiglie per far sì che i ragazzi possano frequentarle in piena armonia. Si inserisce qui, dunque, la volontà di prestare sostegno materiale a chi si trova in condizioni di disagio ma anche sostegno morale ed etico a chi ne ha bisogno.
“Sono stata nel novembre scorso all’Istituto comprensivo di Acquaro – racconta Drava Viola nell’illustrare alcune iniziative già intraprese -. In funzione al bisogno espresso dei bambini, ho fatto delle promesse che intendo mantenere. Non appena avremo a disposizione un’aula per fornire gli strumenti per fare boxe (è questo che i ragazzi ci hanno chiesto), ci adopereremo con l’associazione per fornire questi mezzi e un volontario che faccia il corso”.
“Questa richiesta mi ha fatto riflettere – aggiunge – perché loro non vedono solo l’aspetto della formazione fisica ma anche quello della difesa personale. Mi ha fatto pensare che se hanno fatto questa richiesta è perché, forse, si sentono fragili verso qualcuno. Sono stata a scuola con i carabinieri, io mamma di ben due carabinieri. Ecco, vorrei far vedere il carabiniere per quello che sostanzialmente è e non è ‘quello che ti mette le manette’. Per me sono tutti figli. Voglio che capiscano che noi ci siamo e forse anche la mia presenza può, così come succedeva a Daniele che si aprivano con lui, mettere a proprio agio le persone per l’ascolto. Oggi spesso ci si focalizza solo sui propri interessi economici, non pensando che l’indifferenza uccide, allontana, appiattisce le coscienze e porta chi ha bisogno a perdere la speranza“.
“Vogliamo portare il nostro valore aggiunto nella società e costruire qualcosa di importante per lasciarlo a chi domani continuerà la mia opera, insieme agli altri che la riterranno importante per i bisogni sociali”, conclude Drava Viola. Un obiettivo frutto di un grandissimo dolore che mostra la volontà di non fermarsi a quel dolore, ma di catalizzarlo in qualcosa di costruttivo. Come un fiore che germoglia da una pianta recisa.
“Daniele era un ragazzo con mani grandi, braccia forti e spalle larghe – è il ricordo commosso della madre -. Era un ragazzo che amava la vita e si prendeva cura di tutti. Aveva parole semplici per tutti e nella sua semplicità era speciale, non perché mio figlio. Ha lasciato tanto amore, ecco perché voglio continuare la sua missione”.