Danno pensioni, i nati in questi anni non potranno più andarci: Governo approva la manovra

Lavoratori traditi - fonte pexels - palermolive.it

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Cambiano le regole per andare in pensione, secondo il sindacato ci vorranno più anni di lavoro e più contributi versati

La modifica dei requisiti per andare in pensione c’è stata oppure no? È un vero e proprio giallo. Sul portale dell’Inps non è stato possibile procedere alla sezione per calcolare l’età pensionistica per qualche giorno ed è scattato l’allarme. Secondo la Cgil, l’Inps avrebbe introdotto aumenti dei requisiti pensionistici senza alcuna comunicazione ufficiale. La segretaria confederale ha sottolineato che queste modifiche unilaterali compromettono la trasparenza istituzionale e aggravano la condizione dei lavoratori.

Nello specifico, si parla di un aumento di un mese per la pensione anticipata e di tre mesi per la pensione di vecchiaia a partire dal 2027, con ulteriori incrementi previsti entro il 2029. L’Inps ha recentemente chiarito che, contrariamente a quanto sostenuto da alcune voci, non sono previsti cambiamenti nei requisiti per l’accesso alla pensione per il 2025.

Tuttavia, il tema rimane caldo, con i sindacati che denunciano possibili modifiche future. La situazione sta generando confusione tra i lavoratori, che temono un ulteriore allungamento della vita lavorativa. Questo clima di incertezza ha portato la Cgil a chiedere chiarimenti urgenti al governo. Secondo la legislazione vigente, l’età pensionabile in Italia per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni, con un minimo di 20 anni di contributi versati.

Per accedere alla pensione anticipata, invece, sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tali requisiti sono soggetti all’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, un meccanismo introdotto per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale nel tempo. Tuttavia, ogni eventuale modifica a questi parametri deve essere approvata dal governo e comunicata ufficialmente, cosa che non è avvenuta in questo caso.

I cambiamenti previsti per la pensione anticipata

Per la pensione anticipata, dal 2027 saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi, un requisito che salirà a 43 anni e 3 mesi nel 2029. Attualmente, è possibile andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, ma solo dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Questi cambiamenti, secondo la Cgil, allungheranno la vita lavorativa e aumenteranno la pressione sui lavoratori.

Anche l’età pensionabile subirà incrementi. Dal 2027, l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia passerà a 67 anni e 3 mesi, per poi salire a 67 anni e 5 mesi nel 2029. Attualmente, i lavoratori possono andare in pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, con eccezioni per chi svolge lavori usuranti, che possono accedere a 66 anni e 7 mesi. Questi aumenti, secondo la Cgil, peggiorano il quadro previdenziale rispetto alle stime precedenti.

Lavoratori traditi - fonte pexels - palermolive.it
Lavoratori traditi – fonte pexels – palermolive.it

Critiche al governo e alla legge Fornero

La Cgil critica il governo Meloni per non aver rispettato le promesse di una riforma pensionistica più equa. Nonostante le proposte di Quota 41 e Quota 103, le modifiche introdotte peggiorano le condizioni per i lavoratori, avvicinandosi sempre più al modello imposto dalla legge Fornero. La Cgil avverte che queste decisioni rischiano di creare nuovi esodati, lasciando molte persone senza tutele adeguate.

La Cgil chiede un intervento immediato per chiarire la situazione e garantire trasparenza nelle decisioni future. È fondamentale che governo e Inps collaborino per evitare ulteriori incertezze e per garantire un sistema previdenziale sostenibile e inclusivo. La questione delle pensioni rimane centrale nel dibattito politico, con la necessità di bilanciare equità sociale e sostenibilità economica.