Dario Cangemi presenta il suo documentario sulla Sicilia: “Ritratto poetico di una terra abbandonata”
Un viaggio alla scoperta delle molteplici sfaccettature della Sicilia, terra pregna di storia e bellezza ma anche di tutte quelle dinamiche che la portano ad essere la seconda regione d’Italia per il tasso di abbandono giovanile. Questo il racconto di “Allontanarsi dalla Linea”, il nuovo documentario del giovane regista palermitano Dario Cangemi.
La prima visione (già sold-out) verrà proiettata sabato 23 dicembre, alle 21.30, allo storico e suggestivo cinema Rouge et Noir, di fianco al Teatro Massimo. A parlarci del progetto è proprio il regista, Dario Cangemi, fondatore insieme ad altri giovani siciliani della casa di produzione Marte Studios.
“Allontanarsi dalla Linea”, l’intervista a Dario Cangemi
Come nasce il progetto “Allontanarsi dalla Linea”?
“L’idea nasce negli ultimi anni di università, quando tutti i miei più cari amici hanno iniziato ad andar via mentre io rimanevo ancora legato a questa terra. Quando poi ho avuto modo di capire ciò che volevo fare, l’unica scelta era partire e così è stato. Dopo un anno di distanza, ho deciso di raccontare attraverso un ritratto quasi fotografico la realtà che tanti giovani vivono o che sono costretti a vivere. Nel corso delle riprese, ho realizzato tante interviste. Poi però, in fase di montaggio, mi sono reso conto che non era esattamente un’inchiesta giornalistica. Non volevo semplicemente raccogliere le testimonianze, quanto provare a raccontare lo spopolamento con delle immagini, realizzare un ritratto fotografico di questa terra che di fatto è abbandonata. Quando parliamo della Sicilia ai nostri amici non siciliani, tutti hanno in mente l’isola del sole e delle vacanze estive. Ma per i restanti 10 mesi questa terra è deserta, in cui prevale anche un senso di angoscia, ed è proprio su questo aspetto che ho voluto indagare”.
Tra i protagonisti c’è anche Mimmo Cuticchio, uno dei più importanti esponenti contemporanei della tradizione dei pupari
“Ho scelto Mimmo Cuticchio perché volevo fortemente delle testimonianze che avessero un vissuto concreto, anche artistico. Entrare nel mondo di Cuticchio significa entrare in una un’estetica che amo: quella dei Pupi, delle marionette e delle tradizioni folcloristiche siciliane. La locandina stessa rimanda a una marionetta che sta su dei binari, come se noi giovani venissimo comunque manipolati, nostro malgrado (e inconsciamente), essendo costretti ad andar via dalla nostra terra”.
A chi ti sei ispirato, quali sono stati i tuoi modelli per questo progetto?
“Per ‘Allontanarsi dalla Linea’ ho tratto un po’ ispirazione da Roberto Minervini, Gianfranco Rosi, ma la mia più grande reference per questo documentario è stata senza dubbio Pietro Marcello, con ‘Il passaggio della linea’”.
Come nasce l’idea di fondare la casa di produzione Marte Studios?
“L’idea iniziale è del mio socio Guglielmo Brancato, che ha coinvolto poi me e altri soci in questo progetto proprio qui in Sicilia. Per provare a farlo funzionare concretamente, abbiamo però capito che dovevamo lavorare a livello nazionale. Stiamo spostando infatti la nostra sede a Roma. L’ambizione è quella di essere una casa di produzione ad ampio respiro anche internazionale. Siamo già stati all’American film Market, è probabile che andremo anche in Belgio”.
Quali sono i propri prossimi progetti in cantiere?
“Stiamo producendo un documentario antropologico che indaga il rapporto tra vivi e morti. Abbiamo iniziato da poco le riprese e ci stiamo impegnando in tutti i modi per portare avanti questo progetto. Siamo anche in fase di sviluppo con un altro film molto ambizioso, di un regista che è già stato in passato nella sezione ‘Orizzonti’ a Venezia, e che vorremmo girare tra la Puglia e la Calabria. Dopodiché, sto scrivendo il mio prossimo cortometraggio. Infine, in primavera prossima o poco prima, c’è in programma un altro documentario che vorremmo girare a Porta Portese con il mio socio Guglielmo”.