Il pubblico è quello delle grandi occasioni, al Tatum Art, la piccola grande boite de jazz in via Università a Palermo, ha visto esibirsi Davide Shorty che per l’occasione ha presentato insieme alla sua band il disco “Chat Baker Sings”.
Davide Shorty, che a Palermo non ha certo bisogno di presentazioni, è al comando di una band che definire “top notch” sarebbe eufemistico. Per l’occasione hanno scelto il Tatum art, la live venue più bella in città, in virtù del fatto che è uno di quei luoghi dove ancora può accadere la magia.
Le canzoni di Chat Baker Sings sono meravigliose. La voce soul di Davide Shorty, cullato dagli inserti notturni di Alessandro Presti alla tromba ed il drumming educato di Manfredi Crucivera, regala davvero una notte magica di jazz che non sa mai di stucchevole neoclassico, ma che infonde una linfa nuova a canzoni che pensavamo o avevamo creduto di conoscere. Tra una struggente Like Someone in love e una sublime Fall in Love too easily, ci regala una groovy time after time (non quella di Cindy Lauper).
Le canzoni si susseguono in continuum emotivamente omogeneo ma mai statico e ripetitivo, riuscendo a restituire la malinconica poesia di Chat Baker aggiornata a questi tempi, non certo allegri, ma di sicuro tristi in modo 2.0.
L’encore poi ci regala una meravigliosa Regina, hit autografa di Davide Shorty nelle vesti di indimenticabile intruso sul palco dell’Ariston nel 2018, una delle canzoni più raffinate della storia recente (e non solo di Sanremo), con un simpatico effetto karaoke tra il pubblico numeroso che affollava la jazz venue nel cuore del centro di Palermo. Pochissimi cellulari accesi, tanta emozione tra il pubblico. Il jazz e il soul hanno fatto da padroni in una serata memorabile.