Gli inquirenti continuano ad indagare sul delitto di Fabriano per fare luce sulla morte di Fausto Baldoni, l’operaio di 63 anni deceduto a seguito delle ferite riportate al capo. L’uomo sarebbe stato colpito più volte con un abat jour, e ad aggredirlo sarebbe stata proprio la compagna, la cinquantenne Alessandra Galea. La donna adesso si trova in carcere a Pesaro con l’accusa di omicidio volontario. Continua a dire di aver agito per difendersi e non per uccidere. Ma la sua versione non sembra per il momento convincere più di tanto chi sta indagando. È emerso che la vittima si aspettava aggressioni dalla compagna, che già avrebbe già in passato mostrato atteggiamenti morbosi ed aggressivi nei suoi confronti. E addirittura temeva per la propria vita: proprio per questo motivo a quanto pare aveva già fatto sparire da casa tutti i coltelli.
Inoltre c’è un inquietante precedente risalente a nove anni fa. Il 25 luglio del 2014 è stata uccisa nella propria abitazione con una ferocia inaudita Maria Bruna Brutti, la mamma di Alessandra Galea e della gemella Consuelo. Quest’ultima è finita in manette e riconosciuta colpevole di avere ammazzato la madre settantaseienne, colpendola alla testa con il calcio di un fucile mitragliatore e sfondandole il cranio. Allora, a rinvenire il cadavere dell’anziana fu proprio Baldoni, l’operaio morto adesso. Consuelo Galea il 6 febbraio del 2015 è stata assolta per incapacità di intendere e di volere, ma le è stata applicata la misura di sicurezza della reclusione di dieci anni in un ospedale psichiatrico giudiziario.
Alessandra Galea, la donna indiziata della morte di Fausto Baldoni è stata vista uscire dal palazzo nel primo pomeriggio di sabato con un borsone. Poi è tornata verso le 20, quando ormai sotto casa dell’operaio c’erano carabinieri, 118 e vigili del fuoco. Avrebbe fatto finta di non aver alcun legame con Fausto, e avrebbe chiesto ad alcuni vicini: «Ma davvero è morto il signor Baldoni?». Un atteggiamento che ha insospettito gli investigatori, tanto da indurli a portare la donna in caserma per un primo interrogatorio.