Ddl Zan, scontro Cirinnà-Faraone, il renziano: “Lapidato sui social”

Lo scontro ha avuto origine dalla condivisione da parte della senatrice del Partito Democratico di un video, dove Faraone applaudiva all’intervento di Matteo Salvini in Senato

La discussione sul ddl Zan in Senato si è rivelata quanto mai animata. Fischi e concitazione hanno caratterizzato il dibattimento e anche sui social le polemiche non potevano mancare. Una di queste riguarda il botta e risposta tra la senatrice del PD Monica Cirinnà e Davide Faraone, senatore di Italia Viva.

A dare il via alla discussione la pubblicazione sul profilo Twitter della senatrice di un breve video in cui si vede Faraone applaudire l’intervento di Matteo Salvini in Aula. Cirinnà commenta: “In Senato adesso pregiudiziali di costituzionalità su ddl Zan. Il capigruppo di Italia Viva Faraone applaude Salvini che spiega perché la Lega ritiene incostituzionale questa legge. No comment”.

L’esponente di Italia Viva non ci ha messo molto a controbattere. Nella sua ricondivisione del filmato scrive: “Monica la pregiudiziale di incostituzionalità della Lega non è passata in aula per 12 voti. Decisivi i 13 voti contrari di Italia Viva. Menti sapendo di mentire. Ps.: la prossima volta che mi riprendi col telefonino dimmelo che sorrido. Peccato, anche tu intrisa di grillismo”.

Faraone: “Cirinnà mi ha esposto a lapidazione social”

L’episodio non ha avuto fine qui, tuttavia. Il giorno successivo in Aula, infatti, il senatore di Italia Viva ha lamentato le reazioni degli utenti social suscitate proprio da quel video condiviso dalla collega Cirinnà. Quest’ultima, secondo Faraone, lo avrebbe infatti reso “oggetto di una lapidazione sui social”.

“La senatrice Cirinnà ha esposto un collega alla lapidazione social, la prego di intervenire”, è stata la richiesta avanzata in Senato perchè intervenisse la presidente Maria Elisabetta Casellati. “Ricordo poi – ha aggiunto il senatore – che ieri la pregiudiziale di costituzionalità non è passata solo grazie ai 13 voti di Italia Viva, con il no che è prevalso per 11 voti”.