Ddl Zan, sit-in del Palermo Pride: botta e risposta con Scalfarotto

Sit-in del comitato Palermo Pride davanti a Palazzo delle Aquile contro la bocciatura del Ddl Zan, in occasione della visita del sottosegratario Ivan Scalfarotto

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Sit-in del comitato Palermo Pride davanti a Palazzo delle Aquile per protestare dopo la mancata approvazione del ddl Zan, in occasione della presenza del sottosegretario dell’interno Ivan Scalfarotto (Iv). Un centinaio i manifestanto con striscioni con scritte come: “Ma quali accordi? Ma quale mediazione? Sui nostri corpi nessuna mediazione”.

I manifestanti accusano l’esponente del governo in quota Italia Viva di avere contribuito alla bocciatura del ddl Zan al Senato. Scalfarotto, in città per la presentazione del libro “Il delitto di Giarre” di Francesco Lepore, ha replicato. “Nessuno si può aspettare che io rinunci a venire a Palermo perché qualcuno fa una manifestazione contro di me”.

“Non trovo mai particolarmente elegante quando si individua un nemico singolo, quando si dice il problema è Ivan Scalfarotto – ha aggiunto – . Non è secondo me una buona pratica politica, perché si corre il rischio di additare all’odio social un individuo. Lo trovo abbastanza discutibile. Ma questo è il gioco democratico. Se le associazioni vogliono contestarmi sono libere di farlo ma non pensino che io cambi idea. Quando si parla si libri, bisogna sempre assicurare la massima libertà”, ha concluso.

Alla presentazione del libro ha partecipato anche il sindaco Leoluca Orlando, che poi è sceso in piazza per portare la propria solidarietà ai manifestanti. “Quello che è accaduto in Parlamento pesa come un macigno sul cammino dei diritti del nostro paese. La bocciatura del ddl Zan è stata una scelta eversiva perché sui diritti non si media”. Lo ha detto il sindaco Leoluca Orlando. “A Luigi Carollo – ha detto Orlando – consegno questo importante libro che è opportuno presentare in questa piazza. Quarant’anni fa si verificava un episodio terribile che ha messo a nudo l’arretratezza della nostra realtà. A quei giovani che sono morti per il loro amore e a questa piazza che rivendica i propri diritti possiamo dire missione compiuta ma non ancora completata. Sarà completata soltanto quando saranno rispettati i diritti di tutti. L’identità non dipende dal sangue dei genitori ma è un atto supremo di libertà. E viene prima del diritto alla vita”.