I temi che quest’anno hanno ispirato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella scelta dei giovani «Alfieri della Repubblica» sono stati solidarietà e pace. Tra i tanti ragazzi meritevoli nel valorizzare comportamenti e azioni solidali, il Quirinale ha scelto trenta. I nuovi Alfieri sono ragazzi che nell’anno passato hanno compiuto azioni nobili. Il più giovane non ha ancora neanche undici anni, e si è improvvisato, a Città di Castello, mediatore culturale per un compagno di classe profugo dall’Ucraina. Invece la più «anziana» è una cosentina che di anni ne compie venti ad aprile. A Scalea fa volontariato con ragazzi più piccoli sulla base del classico «giving back»: restituire il bene a sua volta ricevuto dagli altri quando ne ha avuto bisogno.
Fra i 30 Alfieri di quest’anno c’è anche la diciannovenne Deborah Maria Inserillo, di Termini Imerese. Una ragazza di 19 anni, attiva nel volontariato con il Banco Alimentare. Riceve il riconoscimento per l’attività di volontariato con cui testimonia l’importanza della condivisione e del dono e per l’impegno contro lo spreco alimentare, fatto di azioni concrete e di sensibilizzazione per uno sviluppo sostenibile. Negli anni ha promosso in maniera instancabile nelle scuole la colletta alimentare e altre iniziative in favore dei più fragili realizzando e promuovendo anche momenti di sensibilizzazione sui temi del recupero e della sostenibilità. «Sono orgogliosa di questo riconoscimento, perché potrà permettere a tanti giovani come me di conoscere l’esperienza di Banco Alimentare – ha detto Deborah Maria Inserillo -. Ero in quinta elementare quando mi hanno proposto di partecipare alla giornata nazionale della Colletta Alimentare, che si tiene ogni anno l’ultima settimana di novembre».
“Durante il periodo pandemico, è stata dura ─ ha ricordato Deborah ─. Nelle nostre città, improvvisamente, con il lockdown, la situazione è precipitata. Quando subito dopo Pasqua del 2020, Ferrero ha donato alla Fondazione tonnellate di eccedenze, abbiamo distribuito dalle uova di Pasqua alle merende più prelibate. Tutto questo senza Banco Alimentare non esisterebbe. È grazie alla sua storia che l’Italia ha una legge che permette di recuperare e non mandare al macero le eccedenze alimentari. Significa ridare valore a ciò che non ha più prezzo. lo ho imparato che prezzo e valore non sono la stessa cosa e che, come diceva David Sassoli, bisogna lottare in questa nostra Europa, perché nessuno resti indietro».
Foto Repubblica