Decreto salva Italia: fotografi e agenzie di viaggio dimenticati e abbandonati

Ci sono ancora categorie al palo che sono costrette a “gridare” per farsi sentire dallo Stato che non le ha considerate nei provvedimenti presi recentemente.

Arrivano segnali che il mondo produttivo, seppure con qualche difficoltà, stia provando a riavviarsi, a rimettersi in moto. Tante attività hanno già  rialzato le saracinesche, e ci sono le premesse per potere tornare ad una situazione di normale vivibilità. Ma non per tutti è così: c’è ancora chi deve gridare e protestare per denunziare le condizioni di abbandono nelle quali si trovano intere categorie. Parliamo del mondo dei fotografi e quello delle agenzie di viaggio, perché lo Stato non ha tenuto nella giusta considerazione la situazione nella quale si sono trovati dopo l’uragano coronavirus.

IL CROLLO DEI FOTOGRAFI

Molti professionisti e titolari de partita Iva che fino ad adesso hanno vissuto di fotografia, stanno accusando un crollo totale. È gente che nel 2020 vedrà i guadagni ridotti quasi a zero perché il coronavirus ha provocato l’annullamento di tutte le cerimonie e matrimoni previsti, di tutti gli eventi fieristici, e il blocco di tanta attività pubblicitaria nelle aziende. Si sono rarefatte anche le fototessere ed i fotoritratti. È come se avessero appeso la macchina fotografica al chiodo… Certo, gli studi fotografici sono aperti, ma sono a zero di fatturato, pur dovendo sostenere gli inevitabili costi fissi. Nonostante tutto ciò, nelle ultime misure di sostegno previste dal Governo, la loro posizione è stata ignorata. Al punto che  adesso si sentono abbandonati. Protestano per salvare la categoria, e chiedono la stessa attenzione riservata al turismo. Quindi finanziamenti a fondo perduto sulle perdite di fatturato, sostegno per gli affitti, il prolungamento del bonus di ottocento euro fino alla fine dell’anno, e la sospensione di tasse e bollette.

LE AGENZIE DI VIAGGIO CHIUSE

Un altra categoria in sofferenza è quella delle agenzie di viaggio e dei tour operator, anch’essi esclusi dal decreto salva Italia. Addirittura, per farsi sentire, hanno deciso di restare chiusi fino a quando il Governo non deciderà di aiutarli. Le undici mila imprese che lavorano nell’ambito dei viaggi, si sono viste escluse da qualsiasi aiuto statale. E con l’attuale fermo del turismo sono al limite della sopravvivenza. La protesta è partita da Palermo, e hanno annunciato lo loro intenzione di restare chiuse con l’hastag #iononapro. Pertanto le loro attività resteranno sospese fino a quando il Governo non adotterà le misure necessarie per non lasciare a casa migliaia di famiglie. Anche loro chiedono finanziamenti a fondo perduto, Cig in deroga e credito d’impresa su tasse e spese. Inoltre vogliono la garanzia dello Stato sui crediti vantati nei confronti delle compagnie aeree.