«Il degrado di Monte Pellegrino è lo specchio di Palermo»: il promontorio dimenticato
Quattro anni fa un incendio inghiottì i pini del Monte Pellegrino. Da allora i maestosi alberi morti, giacciono sulla parete del monte. Intervista ad Igor Gelarda, capogruppo Lega al Consiglio comunale
Goethe lo definì il promontorio più bello del mondo ed in effetti Monte Pellegrino bello lo è, ma da lontano. Basta infatti avvicinarsi alle sue pendici per scorgere il degrado in cui versa, cominciando dalle due strade che conducono al Santuario: una è chiusa da anni per frane e un’altra è spesso costeggiata da sacchetti di immondizia o da ingombranti abbandonati. Non un bel vedere per coloro che vogliono salire in cima spinti dal mito di Santa Rosalia, patrona di Palermo.
Percorrendo l’unica strada tortuosa che porta alla parte più alta del promontorio, si possono vedere nettamente i danni fatti da un incendio scoppiato nel 2016, con centinaia di Pini che furono inghiottiti dalle fiamme. Quattro anni sono passati da quel triste evento, ma i resti di quegli alberi, pesanti e pericolosi oltre che brutti da vedere, sono ancora lì. Centinaia di tronchi “dormienti” riempiono le pareti della montagna di desolazione e aggravano la tristezza di un promontorio che dovrebbe essere il simbolo di Palermo ma che, purtroppo, non è mai stato valorizzato per come dovrebbe. E che, a detta di Igor Gelarda, capogruppo della Lega al Consiglio comunale, è lo specchio della città.