Delitto di Garlasco, da 4 mesi Alberto Stasi esce dal carcere per andare a lavorare

Stasi sta scontando la condanna a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Il commento sconsolato della madre di Chiara Poggi

Il 39enne Alberto Stasi è in carcere dal 2015 per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Sta scontando una condanna a 16 anni per il delitto avvenuto a Garlasco, il 13 agosto 2007. Da quattro mesi esce ogni mattina dalla sua cella per andare a lavorare fuori dalla casa circondariale di Bollate, e la sera rientra in cella. Svolge mansioni contabili e amministrative. Per raggiunger il luogo di lavoro deve attenersi ad un percorso prefissato, con rigide prescrizioni, con itinerari, dai quali non può discostarsi. Inoltre ha precise indicazioni sugli orari di uscita e di rientro in cella, sui mezzi di trasporto da utilizzare. La richiesta di Stasi di esercitare un’attività fuori dalla cella, inizialmente era stata rigettata dalla giudice Maria Paola Caffarena,  perché le relazioni “si appiattivano sulle sole dichiarazioni del condannato, senza fornire tutti gli elementi criminologici indispensabili alla prognosi”.

Condannato a 16 anni con il rito abbreviato

L’avvocato di Stasi si è appellato contro il primo rigetto e lo scorso 24 gennaio è arrivata la decisione positiva del tribunale di Sorveglianza di Milano. Come è spiegato sul Corriere della Sera, il lavoro esterno non è una misura alternativa alla detenzione, ma un beneficio che ogni detenuto può vedersi concedere dal direttore del carcere. Se ha scontato almeno un terzo della pena, se la sua condotta in carcere è positiva, e se “l’osservazione della sua personalità è confortante”. Alberto Stasi nel 2015 era stato condannato a 16 anni.  Dopo due precedenti assoluzioni, successivamente annullate.  Ha goduto della riduzione della pena di un terzo per il rito abbreviato. Con l’esclusione dell’aggravante della “crudeltà”, nel 2015 i giudici gli avevano riconosciuto “omicidio semplice”.

Con la condanna definitiva è giunta anche quella al risarcimento in favore dei genitori di Chiara Poggi di un milione di euro di danni e 150 mila euro di spese legali. Il 39enne Stasi, pur continuando a respingere il verdetto, nel 2018 ha raggiunto in sede civile con la famiglia Poggi una transazione che lo impegna a risarcire 700mila euro: metà già liquidati e metà promessi con detrazioni mensili sugli stipendi del lavoro prima in carcere e poi fuori.

Il commento della mamma di Chiara Poggi sul lavoro di Stasi

Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi, commentando la notizia del lavoro esterno di Stasi ha detto: «Dispiace che chi ha ucciso mia figlia sia già fuori. Sapere che chi ha ucciso Chiara dopo sette anni già esce dal carcere, pur senza aver mai ammesso la sua responsabilità, spiace. Non sono notizie belle. Ma la legge è così e non possiamo farci niente. Del resto ci aspettavamo che un momento o l’altro avrebbe ottenuto questo beneficio».

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