Denise Pipitone, per indagare sulla scomparsa irrompe in scena un pentito

L’uomo in un primo momento accusò la ex moglie, per poi parlare della morte di Denise e infine ritrattare tutto.

Si tratta di Giuseppe D’Assaro, ex marito di Rosalba Pulizzi, sorella di Piero. L’uomo, collaboratore di giustizia ancora oggi in carcere aveva fatto delle dichiarazioni sul coinvolgimento della sorella di Piero Pulizzi (papà di Denise) nel caso della piccola Denise. “Non so dov’è Denise, quello che ho detto oggi è la verità, come quello che ho detto fino al 2005. Quello che invece ho detto nel 2007 sono tutte fesserie. Non è vero niente. Ho detto che la bambina era morta perché mi volevo accattivare gli inquirenti. Chiedo perdono alla signora Piera Maggio per quello che ho detto. Mia moglie Rosalba Pulizzi mi ha detto che è stata lei a portare la bambina a Palermo assieme a Jessica”.

UN PASSATO VIOLENTO

Un passato violento quello di D’Assaro, come si evince nel pezzo d’inchiesta di Riccardo Lo Verso pubblicato oggi su LiveSicilia. “Nel giugno 1985, uccise a colpi di bastone Antonio Signorelli, 75 anni, per centomila lire. Per questo venne condannato e uscì dal carcere definitivamente alla fine del 2005. Il suo nome tornò alla ribalta nel luglio 2010 quando si costituì ai carabinieri per l’omicidio di Sabine Maccarrone, 39 anni, una donna di origine elvetica trovata morta il 16 aprile in un pozzo in un terreno di D’Assaro a Mazara del Vallo. D’Assero raccontò che Gianni Melluso, il pentito che accusò Enzo Tortora, era il mandante dell’omicidio di Maccarrone: “Mi disse di ammazzarla”. L’ergastolo inizialmente inflitto a Melluso fu annullato, mentre D’Assaro è stato condannato a 30 anni”.

IL PRESUNTO TRASFERIMENTO DELLA PICCOLA A PALERMO

“Quando Denise sparì ero in carcere a Catania. La notizia l’ho appresa in tv e poi me ne parlò mia moglie, Rosaria Pulizzi”, raccontò D’Assaro. Con l’ex moglie – i rapporti fra i due restarono buoni anche dopo la separazione – si era incontrato in una chiesa a Catania un giorno di maggio del 2005 in cui aveva ottenuto un permesso premio. “Mia moglie mi disse che la bambina si trovava a Palermo e che l’aveva presa Jessica – aggiunse – . Non mi disse chi l’aveva portata a Palermo. Quando ho cercato di saperne di più, mi ha detto: ‘Mica posso rovinare mio fratello’ riferendosi a Piero Pulizzi”.

LA BUGIA RIGUARDO LA PRESUNTA MORTE DI DENISE

Durante il processo aggiunse nuovi particolari. “Vedevo che mia moglie aveva paura di parlare, anche se mi diceva che poi mi avrebbe detto come erano andate le cose, ma poi non me lo disse. Sempre mia moglie, nel 2003, mi aveva detto della relazione tra Piero Pulizzi e Piera Maggio e che Piero diceva a Piera ‘lascia tuo marito e vieni con me, altrimenti mi prendo la bambina’. I rapporti con la mia ex moglie si sono interrotti quando ho raccontato queste cose”.
In base alla sua ultima ritrattazione questa parte del racconto sarebbe stata vera. La successiva, invece, pura fantasia. Nel dicembre 2007 aveva, infatti, aggiunto che “Denise era morta dopo la somministrazione di tranquillanti” e poi sarebbe stata “gettata in mare al largo di Palermo”. Una versione che non ha trovato riscontri.

LE MINACCE IN CARCERE

D’Assaro infarcì il suo racconto di altre circostanze: “In carcere sono stato minacciato per le mie dichiarazioni sulla scomparsa di Denise. Alcuni detenuti mi hanno detto: tu parli troppo”. E proseguì: “Dopo essere stata rapita, e prima di essere trasferita a Palermo (in una casa in via Altarello), la bambina fu portata al ristorante Lo Squalo di Mazara. Me lo disse la mia ex moglie, Rosalba Pulizzi”. Anche stavolta nessun riscontro.