Diritto al dissenso, manifestazione a Palermo degli studenti universitari
Nella giornata di oggi le studentesse e gli studenti universitari sono scesi in piazza a Palermo per manifestare in difesa del diritto al dissenso a seguito dei fatti di Pisa e Firenze. Da giorni, infatti, girano le immagini del contestato trattamento che le forze dell’ordine hanno riservato a un gruppo di ragazzi che sfilavano pacificamente per le strade della loro città. Le scene che hanno generato più indignazione riguardano il corteo degli studenti di Pisa.
I manifestanti sono stati chiusi in un vicolo senza via d’uscita dalle forze di polizia e poi picchiati, nonostante fossero disarmati e impossibilitati a difendersi. Tra gli studenti, una ventina – di cui almeno la metà minorenni – hanno riportato lesioni gravi; non è neanche stata fatta passare l’ambulanza che avrebbe dovuto soccorrere i feriti, e una studentessa, con la testa aperta e sanguinante, è stata costretta a raggiungere da sola i soccorsi.
L’aggressione a Firenze
Durante un’altra manifestazione, avvenuta lo stesso giorno a Firenze, una studentessa minorenne ha ricevuto 20 giorni di prognosi. Sono stati diversi i docenti che, presenti al momento della carica, hanno soccorso i propri studenti in stato di shock; molti i docenti che, nei giorni successivi, si sono espressi tramite un documento condiviso, sottoscritto da oltre 31mila persone, di cui la maggior parte insegnanti – partito da Palermo e diffusosi presto in tutta la penisola – denunciando l’ingiusto comportamento delle forze dell’ordine.
La scorsa settimana il Professore Andrea Cozzo, docente di Lingua Letteratura Greca presso l’Ateneo palermitano, ha iniziato la prima lezione di Greco del II semestre esibendo un cartello che riportava quanto detto in merito a questa vicenda del Presidente Mattarella. Persino il Presidente della Repubblica, si è infatti espresso manifestando la propria contrarietà alle pratiche utilizzate dalle forze dell’ordine, affermando che «l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento».
La manifestazione è stata promossa da ANPI Palermo, Associazione Culturale Moto Perpetuo Onlus, Babbaluci fuori dal guscio, CIDI Palermo, EPYC, Giovani Comunisti/e Palermo, Giovani Democratici – Agrigento, Giovani Democratici – Palermo, Giovani Insieme Adesso, Intesa Universitaria, Laboratorio Studentesco Autonomo, Nuova Coscienza Cittadina, UDU Palermo, UniAttiva, Rete degli Studenti Medi Palermo, Rete Universitaria Mediterranea, Studenti Palermitani, Spazio Giovani Generazioni, Utopia Civica, Unione Provinciale PD Palermo, Unione dei Giovani di Sinistra Palermo.
Ruolo importante per scuola e università
“Crediamo che le scuole e le università, in quanto luoghi di formazione, abbiamo l’importante compito di formare le coscienze degli studenti e di insegnargli come esprimere il proprio pensiero in libertà, senza far nascere in loro la paura di poter tornare a casa da una protesta pacifica con la testa rotta” afferma Sophie del coordinamento Studenti Palermitani.
“Chiediamo all’università una presa di posizione pubblica che ricalchi le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiediamo al Senato accademico dell’Università degli Studi di Palermo e al Rettore Massimo Midiri di esprimersi pubblicamente a sostegno degli studenti, che ribadire la funzione educativa e di formazione del pensiero critico che ha e vuole tutelare l’Università” afferma Nicoletta Sanfratello del Laboratorio Studentesco Autonomo – Unipa.
“Il diritto al dissenso non si tocca”
“Il diritto al dissenso degli studenti non si tocca. Non vogliamo avere paura di manifestarlo, non vogliamo avere paura di attraversare le strade delle nostre città, non vogliamo avere paura di rivendicare il nostro pensiero e le nostre idee all’interno dei luoghi di formazione. E vogliamo sapere di avere al nostro fianco un’università che del suo slogan più bello, «studia bene, vivi meglio” faccia il proprio leitmotiv a 360º: nessuno studente può vivere bene all’interno di un’istituzione di formazione che non si schieri a favore della libertà di parola e di pensiero e condanni la repressione del libero pensiero» dichiara Salvo Cusimano di Rete Universitaria Mediterranea.
“Siamo scesi in piazza perché il diritto al dissenso, il diritto alla libertà di esprimere il proprio pensiero non può essere limitato arbitrariamente dalle istituzioni a seconda se conviene o meno politicamente quello che viene detto, crediamo purtroppo che questa sia la prima di una serie di manifestazioni per tenere alta l’asticella di attenzione della società civile e dell’opinione pubblica sulle azioni di questo governo” dichiara Valerio Quagliano dell’Udu Palermo.