Disabile giù dalla finestra: agente arrestato per tortura
Altri quattro colleghi dell’agente sono accusati di falso e depistaggio per quanto scritto dopo il fatti nella nota di servizio
Ieri la Squadra Mobile di Roma che ha condotto le indagini su quattro agenti del commissariato Primavalle rimasti coinvolti nell’inchiesta Omerovic, ha eseguito un’ordinanza in cui si dispone l’arresto ai domiciliari di uno di loro, Andrea Pellegrini, classe 1972. Il poliziotto dovrà rispondere dell’accusa di tortura, durante un controllo ai danni di un 36enne serbo, precipitato il 25 luglio dalla finestra dell’appartamento in cui abitava con la famiglia a Primavalle. Dovrà inoltre rispondere anche di anche di falso ideologico in atti pubblici in quanto da Pubblico Ufficiale, ha poi redatto un verbale in base alle indagini , omettendo le violenze e le minacce sul 36enne. Agli altri agenti, compresa la vice dirigente del commissariato Primavalle che in questi mesi è stata trasferita, sono stati notificati gli avvisi di garanzia poiché indagati, a vario titolo, di falso ideologico commesso da Pubblico Ufficiale in atti pubblici, e depistaggio
Minacce con un coltello e volenze
Nell’ordinanza firmata dal gip Ezio Damizia si legge che Pellegrini dopo essere entrato nell’appartamento, «senza alcun apparente motivo, colpiva Omerovic con due schiaffi nella zona compresa tra il collo ed il viso, rivolgendogli, con fare decisamente alterato, la seguente frase: “Non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina”». Nell’ordinanza si legge anche che Pellegrini impugnava un coltello e trovata la porta della stanza da letto dell’Omerovic chiusa a chiave, la sfondava con un calcio «sebbene lo stesso Omerovic si fosse attivato per consegnare le chiavi». Sempre l’assistente capo «intimava al serbo di entrare all’interno».
E costringendolo «a sedere su una sedia, dopo aver recuperato un filo della corrente di un ventilatore, lo utilizzava per legare i polsi» del 36enne. Poi, brandendo ancora il coltello, lo minacciava e gli urlava: «Se lo rifai, te lo ficco nel c…». E giù botte e schiaffi. Uno dei colleghi indagati aveva provato a fermarlo facendogli presente che non erano quelli i modi ma «il Pellegrini – è scritto ancora nell’ordinanza – lo aveva rassicurato dicendogli “tranquillo, non faccio niente”».
Omerovic per scappare si butta dalla finestra
Nella ricostruzione della Mobile, si legge che mentre il 36enne era pietrificato sulla sedia, il gruppo si spostvaa verso la porta di ingresso. Ma in quel frangente Hasib Omerovic, rimasto nella stanza, ha aperto la finestra. Si sente il rumore della serranda che sale, gli agenti sono tornati tornano nella stanza e lo hanno trovato sul davanzale come per scappare. Uno urlerà: «Fermo che c…. fai” vedendolo precipitare nel vuoto, ma, con ogni probabilità aveva perso l’equilibrio. Secondo il Gip «Gli accadimenti sono indubbiamente di entità grave, commessi in spregio della funzione pubblica svolta, nonché violando fondamentali regole di rispetto della dignità umana». Sempre secondo il gip, Pellegrini «non ha avuto alcuna remora di fronte ad un ragazzo sordomuto, compiendo ripetuti atti violenti. Così da denotare pervicacia e incapacità di autocontrollo».