Disabile violentata all’Oasi di Troina, il dna conferma: è incinta dell’operatore fermato
Il teste del dna ha ufficializzato che l’operato fermato è il padre del bambino che la disabile porta in grembo dopo essere stata violentata
Il test del dna ha ufficializzato il colpevole della violenza sessuale ai danni di una disabile rimasta incinta presso l’Oasi Troina: il 37enne operatore sanitario, fermato dalla polizia di Enna il sette ottobre scorso, è il padre del bambino portato in grembo dalla giovane ragazza ospite della struttura. Queste le risposte arrivate dalla comparazione del materiale biologico dell’indagato e del feto disposte dalla Procura. L’esame, svolto a grazie moderne tecniche, è riuscito ad estrapolare il dna del piccolo nascituro che hanno dato una compatibilità del 99,9% con il sangue dei genitori.
EMERGONO DETTAGLI SULLE VIOLENZE SESSUALI SUBITI DALLA GIOVANE DISABILE
Durante l’interrogatorio, però, il sospettato aveva confessato il suo abuso. La Procura, per far ancor più luce sulla violenza sessuale, si è avvalsa delle perizie di due esperte, una neuropsichiatra e una psicologa: hanno rivelato che la ragazza disabile era completamente incapace di dare il proprio consenso (o dissenso) ad un rapporto sessuale perché non riesce a rispondere semplicemente a necessità primarie. L’ipotesi degli investigatori, a questo punto, getta basi su violenze pregresse con l’indagato che avrebbe potuto reiterare l’abuso nel tempo. Adesso si scava anche nel passato dell’uomo: si cerca di capire se l’uomo avesse avuto in custodia altri pazienti da circuire.