Discoteche sul piede di guerra: «Impossibile applicare le regole, sono una presa in giro»

Ripartenza o chiusura definitiva? Questo è l’interrogativo che tantissimi commercianti ed imprenditori, di qualsiasi campo, si stanno ponendo dopo che il governo presieduto da Giuseppe Conte ha varato la “Fase 3” nella lotta al Coronavirus, la malattia virale arrivata dalla Cina che si è propagata in tutto il mondo colpendo, duramente, anche l’Italia. L’esecutivo ha disposto le riaperture massicce di tutte le attività imponendo, però, delle restrizioni atte a contenere, o per meglio dire scongiurare, l’avanzata del Covid-19 sul territorio nazionale. Tradotto: riaprite ma in assoluta sicurezza. Questo protocollo sanitario, però, non piace a diversi gestori d’impresa: le discoteche, ad esempio, sono sul piede di guerra.

LA RABBIA DELLE DISCOTECHE

L’estate si avvicina a grandi falcate e le discoteche, durante la bella stagione, incrementano i loro introiti fornendo svago e divertimento alla moltituidine di giovani che, più liberi dagli impegni grazie alle vacanze, affollano i locali ballando mentre sorseggiano i cocktail. L’arrivo del Coronavirus ha cambiato le carte in tavola per tutti: i gestori delle discoteche, infatti, dovranno garantire una distanza minima di un metro all’interno del locale che diventerà di due metri nella pista da ballo. In più, i clienti saranno soggetti ad indossare le mascherine qualora la distanza minima di sicurezza non fosse consentita. Ogni imprenditore dovrà garantire le entrate controllate per evitare eccessivo assembramento e non si potranno servire bibite al bancone del bar. Una vera e propria rivoluzione che mette in serio dubbio diverse riaperture.

Queste problematiche sono state apparecchiate sul tavolo della polemica da Vittorio Orlando, titolare del “Sea Club” di Terrasini, in provincia di Palermo. Ecco le sue amare considerazioni rilasciate al Giornale di Sicilia: “Resteremo chiusi, è  impossibile applicare queste regole, sono una presa in giro. Ci hanno tolto anche la possibilità di incassare qualcosa con le consumazioni al bar”.

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Published by
Andrea Mari