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Dl Aiuti, M5S non voterà la fiducia: Salvini e Meloni invocano le elezioni

Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha annunciato che al Senato il movimento uscirà dall’aula e non voterà sulla questione di fiducia posta dal governo sul dl Aiuti. 

“Con le medesime lineari, coerenti motivazioni” di quanto fatto alla Camera, al Senato “non parteciperemo al voto”, ha detto Conte. La decisione segue il Consiglio nazionale del Movimento, un riunione lunga più di cinque ore, interrotta intorno alle 15.30 per una telefonata tra lo stesso Conte e il premier Mario Draghi, e poi ripresa in serata.

Conte: “Agire con coerenza e linearità”

“Non possiamo che agire con coerenza e linearità, i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa”, così ha dichiarato Giuseppe Conte. “Oggi ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti gli aspetti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di impegni, occorrono concrete misure“.

“Siamo assolutamente disponibili a dialogare e dare un nostro contributo costruttivo a questo governo e al premier Draghi ma non siamo però disponibili, non per arroganza bensì per sensibilità verso famiglie e imprese, a dare una cambiale in bianco“. Così Conte ha affermato.

“Il M5S” – ha proseguito – è l’unica forza politica che si sta interrogando su questa crisi con grande serietà, anche avanzando soluzioni da vari mesi. L’unica forza che sta incalzando il governo sulle emergenze; l’unica forza che non ha paura di calibrare la propria azione politica in funzione della concreta realtà che il Paese sta vivendo”.

“Aiuti insufficienti. Reddito di cittadinanza? Non permetteremo sia smantellato”

“Draghi ha annunciato un corposo decreto a fine luglio; questo è uno snodo politico importante, ammette indirettamente quello che il M5S diceva da tempo, che gli aiuti stanziati non sono sufficienti. Sono una soluzione tampone. Da oggi famiglie e imprese potranno sperare in un corposo aiuto a fine mese e questo lo si deve al Movimento 5 stelle”. Così ha sottolineato Conte.

“Se oggi oltre un milione di famiglie riesce ad affrontare l’indigenza – ha proseguito -, lo si deve al Reddito di cittadinanza, che qualcuno vuole smantellare e che, come abbiamo chiarito al premier Draghi, non permetteremo mai che venga smantellato“.

Un invito infine agli altri partiti. “Invito tutte le forze politiche a maneggiare con cura il concetto di responsabilità: chi si straccia le vesti e lancia strali, attribuendo giudizi di responsabilità a destra e a manca, deve guardare nel suo cortile e deve interrogarsi se sono stati loro responsabili di questa situazione“.

Lega e FdI: “Si vada al voto”

Le parole di Conte innescano la bufera. “Se i 5Stelle escono dall’Aula, la maggioranza non c’è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani“. Così fonti della Lega hanno commentato.

“Se salta il governo, si va a votare – dice Matteo Salvini -. Non saremo noi a cercare pseudo responsabili in Parlamento. Meglio far votare gli italiani che far passare loro nove mesi sulle montagne russe”. “A maggior ragione in questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni”, dichiara una nota del partito.

Dello stesso avviso Giorgia Meloni. “Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo ‘dei migliori’ è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!“. Così ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia.

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Redazione PL