Già domani il nuovo Dpcm: limitazioni per scuole, negozi, spostamenti e aree metropolitane

Stamani il punto anche con le Regioni sull’ipotesi di chiudere le città più colpite, senza arrivare a un lockdown totale. Conte dovrebbe fare la comunicazione sulle nuove misure contro il Covid lunedì

La pressione del Covid continua ad aumentare, i dati sono pessimi, e  per contrastarla più efficacemente, l’esecutivo studia in queste ore una strategia diversa, più efficace dell’attuale. È previsto un doppio binario:  restrizioni sull’intero territorio del Paese e, contestualmente, ordinanze locali più restrittive, che potrebbero comportare dei veri e propri lockdown mirati. In vista del Dpcm nazionale, si studiano nuove regole per gli orari dei negozi, limitazioni ai movimenti regionali, forse ulteriori strette ad alcune attività sportive e dedicate alla cura della persona. Per quanto riguarda la scuola, sembra che Conte non voglia più seguire la linea della ministra Azzolina, e quindi si pensa ad una didattica in presenza solo fino alla seconda media, con didattica a distanza dalla terza media in poi.

LE AREE METROPOLITANE

Nessun lockdown nazionale e neppure regionale.  Occhi puntati sulle aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova eTorino, su porzioni del Veneto e su alcune regioni meridionali come la Campania. Previste anche chiusure provinciali dove necessario, e un freno agli spostamenti fra le regioni. Quindi si tratterebbe di chiudere per due o tre settimane le aree dove i contagi corrono di più. Conte dovrebbe fare la comunicazione sulle nuove misure contro il covid lunedì. Intanto oggi ci sarà un confronto fra governo e regioni, poi nuovi vertici di maggioranza, prima con i capidelegazione e alcuni ministri e dopo con i capigruppo. Domani le comunicazioni ai due rami del Parlamento: alla Camera dovrebbero essere  alle 12, ed al Senato alle 17. ll presidente del Consiglio ha anche contattato i leader delle opposizioni, invitandoli a indicare un rappresentante delle rispettive forze politiche in modo da instaurare già oggi un tavolo di confronto permanente con il Governo.

IL NO DELL’OPPOSIZIONE AL “RAVVEDIMENTO TARDIVO”

Ma in una nota congiunta Salvini, Berlusconi e Meloni hanno definito l’offerta fatta da Conte un “ravvedimento tardivo”, ribadendo che per loro il luogo per il confronto è il Parlamento. “Il centrodestra ─ hanno  affermato i tre leader in una nota congiunta ─ è sempre stato a disposizione dell’Italia, ma oggi più che mai l’unica sede nella quale discutere è il Parlamento della Repubblica italiana. Lì sono depositate le numerosissime proposte formalizzate da noi e ignorate dal governo, e lì verranno presentate le altre. Non siamo disponibili, invece, a partecipare a operazioni di Palazzo che sembrano dettate più che da una reale volontà di collaborazione dal tentativo di voler coinvolgere l’opposizione in responsabilità gravi che derivano dall’immobilismo e dalle scelte sbagliate effettuate dal governo”.