Al Palazzo della Gran Guardia, in pieno centro a Verona, durante una cena di gala, c’erano ragazze vestite con un costume da tavolino, sul quale venivano appoggiati bicchieri di champagne da portare in giro, per offrirli agli ospiti. Le donne-tavolino facevano parte di una messinscena che mescolava costumi, luce e musica. C’era anche una sorta di “uomo farfalla” con ali punteggiate di luci, uno vestito con piccole tessere metalliche, donne sui trampoli con vesti bianche, e l’esibizione di un noto violinista. Il tutto fra luci soffuse, videoproiezioni sulle pareti. Ma sulle ‘donne-tavolino’ si è innescata una polemica, con la dura presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale. Il vicesindaco e assessore comunale alla Parità di genere, Barbara Bissoli, non ha nascosto il suo disappunto parlando di “oggettivazione della donna” e di “cultura misogina e patriarcale”. La vicenda ha avuto larga eco sulla stampa e sui social.
È intervenuta anche la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella, che ha detto: “Quanto squallore e quanta misoginia serpeggiano negli ambienti che saranno benestanti ma per nulla benpensanti. Grazie alla vicesindaca Barbara Bissoli per aver fatto emergere il caso”.
Ma una delle ragazze, Michelle Pellegrinelli, che ha lavorato all’evento non ha accettato qusti attacchi ed ha risposto: “Non mi sono sentita mercificata e neppure sfruttata. Con quei soldi mi pago l’università. E se capiterà lo farò ancora, sono libera di scegliere cosa fare e con chi farlo”. È una bella ragazza di 21 anni, è una studentessa di Trento che lavora come modella. Agli “indignati di professione”, come li ha definiti, manda a dire, attraverso un’intervista a Repubblica, che si è trattato solamente di lavoro. “Ho lavorato normalmente. Io sono un’artista. Ho guadagnato 150 euro l’ora, una cifra elevata rispetto a ciò che si fa nel concreto. Non c’è nulla di cui indignarsi, i problemi sulla mercificazione sono altri e non mi sono sentita sfruttata”.
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