Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i Ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza hanno ricevuto una notifica riguardante un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. L’avviso riguarda la trasmissione al Collegio degli atti di un procedimento penale iscritto per i delitti di cui agli artt. 110, 438, 452 e 589, 323, 283, 294 c.p., che ha origine da varie denunce da parte di soggetti terzi provenienti da varie parti d’Italia. Si tratta di denunce che riguardano la gestione dell’emergenza Covid.
PALAZZO CHIGI: PER LA PROCURA DENUNCE INFONDATE DA ARCHIVIARE
Secondo una nota di Palazzo Chigi divulgata in tarda mattinata, la trasmissione al Tribunale dei ministri, è «un atto dovuto» ed è stata accompagnata da una relazione nella quale la Procura «ritiene le notizie di testo infondate e dunque da archiviare». Conte e i mimistri, è scritto ancora nella nota, «si dichiarano sin d’ora disponibili a fornire ai magistrati ogni elemento utile, in uno spirito di massima collaborazione». Tra i reati citati nelle denunce, omicidio colposo, abuso d’ufficio, attentato alla Carta costituzionale.
DUECENTO DENUNCE ED ESPOSTI
Sono oltre duecento le denunce e gli esposti, tutti pervenuti durante le settimane di lockdown, che la Procura di Roma ha inviato, sollecitando l’archiviazione, nelle scorse settimane al Tribunale dei ministri e che riguardano l’attività svolta dall’esecutivo nell’ambito dell’emergenza Covid. Gli esposti, affidati ai pm Eugenio Albamonte e Giorgio Orano, sono stati inviati soprattutto da semplici cittadini e in alcuni casi sono molto simili tra loro.
CI SONO DUE FILONI
Di fatto sono due i filoni. Nel primo chi denuncia sostiene che il Governo ha fatto troppo poco nella lotta al virus e in questo caso si ipotizzano i reati di epidemia colposa, omicidio colposo e delitti colposi contro la salute pubblica. Nel secondo filone sono stati inseriti gli esposti in cui si afferma che il lockdown è stata una misura sproporzionata rispetto alla situazione, ipotizzando i reati di abuso d’ufficio e attentato contro i diritti politici del cittadino. I pm, dopo la formale iscrizione come atto dovuto del presidente del consiglio Conte e dei ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza, ritengono «le notizie di reato infondate e dunque da archiviare».