Dopo Samonà e le sue poesie, pure Nello Musumeci. È il presidente della Regione siciliana a finire nel mirino dell’associazione dei Partigiani italiani, per avere scritto, in passato, un libro su Filippo Anfuso.
La richiesta dell’Anpi è quella delle “dimissioni del governatore”, che avrebbe un torto: avere scritto proprio il libro “L’ambasciatore Anfuso, Duce con voi fino alla morte“. Si tratta di una agiografia di una figura del regime fascista, quella di Anfuso, probabilmente il responsabile dell’uccisione, in Francia, dei fratelli Carlo e Nello Rosselli.
L’associazione dei partigiani, in particolare, si chiede “come si possa essere nostalgici del fascismo e nello stesso tempo rappresentare le istituzioni della nostra Repubblica”. Le parole di protesta arrivano direttamente dal presidente Anpi Siciia, Ottavio Terranova, e dal presidente vicario Anpi Palermo, Angelo Ficarra.
“Per chiudere i conti con un passato che si vuole nascondere – sostengono i due – non basta eliminare il proprio profilo facebook. Ci saremmo aspettati una presa di posizione chiara, una dichiarazione precisa che definisse il nazismo ed il fascismo mali assoluti”. “La storia – prosegue Anpi Sicilia e Palermo – da sempre la scrivono i vincitori e le pagine bellissime della resistenza al nazifascismo sono state scritte anche con il sangue di tanti siciliani che a migliaia si unirono alle formazioni partigiane per liberare l’Italia dall’occupante nazista ed abbattere il regime sanguinario di Mussolini”
“L’Anpi ignora che Anfuso subì due processi per l’uccisione dei fratelli Rosselli – controbatte Sirocchi sul Secolo d’Italia – e sempre ne uscì con l’assoluzione. In proposito basta leggere la biografia di Anfuso sull’Enciclopedia Treccani, dove un passaggio è dedicato alla vicenda”.