Dopo un morto, due stupri, droga e alcol, il “rave party” di Viterbo si sgonfia
È iniziato il deflusso dei partecipanti che però si sono riversati nei paesi vicino Viterbo. La questura: “Rimaste 100 persone”. Identificate oltre 2.000 partecipanti e più di 700 mezzi
Vicino a Valentano, un paesello medievale in provincia di Viterbo con 3.000 anime, in un terreno di 35 ettari coltivati a grano dove si trova anche il lago di Mezzano, sono arrivate carovane di furgoni, automobili e camper partiti da tutta l’Europa. E tir carichi di casse audio per migliaia di watt. Così questo lembo di terra arsa e impolverata della Tuscia, da sei giorni si è trasformato nello “Space Travel”, uno dei più grandi rave party della storia d’Italia. Sono stati stimati all’inizio 10mila partecipanti. Poi una fetta è ripartita, dopo aver azzerato le proprie scorte di denaro, di alimentari e di droga. Per questo dopo il sesto giorno la quota dei partecipanti sarebbe scesa tra le 6.000 e le 8.000 presenze, ma sembra che ci siano diversi autobus in arrivo.
AL RAVE PARTY È SUCCESSO DI TUTTO
Nel corso di questo ciclopico raduno, nello spazio scelto per l’assembramento di tekno non stop, alimentato da alcol, farmaci e droga sintetica, è successo di tutto. Un ragazzo, Gianluca Santiago, è morto per una overdose ed è finito in un lago. Probabilmente c’è stata una seconda vittima, colpita da arresto cardiaco, ma la notizia non viene confermata da alcuna fonte ufficiale. È finita comunque sui siti di tutti i quotidiani online. Ci sono stati anche due stupri, denunciati in ospedale, oltre a cinque giovani ricoverati in coma etilico. Uno dei quali positivo al Covid. Durante il rave party è nata perfino una bambina. La mamma che al nono mese di gravidanza non si è fatta scrupoli pur di raggiungere il raduno.
PER PREFETTURA E QUESTURA SITUAZIONE INGESTIBILE
Per la Prefettura e la Questura la situazione è diventata ingestibile, nonostante che il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni abbia fatto sapere che «sono stati evitati ulteriori ingressi e sono state identificate persone e veicoli che hanno illegalmente occupato l’area protetta». Di fatto, gli organizzatori non mollano. E hanno detto che andranno avanti fino al 23. Amara sorpresa quindi per il proprietario del terreno, Piero Camilli, di 71 anni, imprenditore, sindaco di Grotte di Castro ed ex patron del Grosseto calcio. Quando, ignaro, è arrivato nella sua villetta in campagna, e quindi nei suoi terreni, è stato accolto dalla colonna sonora tekno e da centinaia di camper.
L’ORGANIZZAZZIONE
Tutto era stato organizzato. Con un’area gastronomica, una per la musica e una per gli stupefacenti, con tanto di cartello con l’indicazione «fumo». Su una tanica per l’acqua è addirittura indicato dove trovare la «pasticca arancione Tiger/ Kenzo Alprazolan (Xanax)». Il commento del proprietario del terreno è stato amaro: «Le forze dell’ordine sono inermi. Ecco come siamo finiti in Italia, non siamo più padroni a casa nostra». E anche se i nuclei della celere hanno cinturato l’area, i raver si sentono intoccabili e non mollano. Ci sono migliaia di partecipanti sparpagliati».
AVVIATE TRATTATIVE ED È INIZIATO IL DEFLUSSO
Il questore di Viterbo, Giancarlo Sant ’Elia, aveva dichiarato sconsolato: «Lo sgombero è impossibile». Ma dalla Questura di Viterbo dicono che con gli organizzatori, dei ragazzi francesi, è stata avviata una trattativa. Hanno detto che non andranno via prima di aver coperto completamente i costi. È comunque da registrare un massiccio intervento delle forze dell’ordine nell’area del rave party. Secondo quanto si è appreso, nella notte fra il 18 e il 19 agosto si è avuto un forte deflusso di partecipanti, alcuni dei quali hanno lasciato la zona con camper e autocarri, poi fermati ai posti blocco.
Secondo la questura di Viterbo sul posto rimangono al momento circa una cinquantina di mezzi e 100 persone. Sempre la questura informa che non si registrano, per ora, particolari criticità in merito all’ordine e alla sicurezza pubblica. Gli agenti stanno procedendo all’identificazione di chi è ancora presente sul posto e al monitoraggio dei presidi di accesso all’area: per ora state identificate oltre 2.000 persone e più di 700 mezzi.