Nell’agenda di Mario Draghi ci sono degli appunti che cominciano prendere forma e che il premier incaricato sta illustrando alle delegazioni che si alternano nella seconda giornata di consultazioni. Si delinea un governo «convintamente europeista», che punta su crescita, scuola, vaccini. E tre super riforme: pubblica amministrazione, fisco, giustizia civile. Già ieri pomeriggio, incontrando nel secondo giro di consultazioni i piccoli partiti del Parlamento, Draghi ha cominciato a svelare il suo programma. Ed ha parlato dei temi più caldi. La prima priorità sono i vaccini. La campagna vaccinale è stata definita «l’emergenza più immediata». Occorre quindi accelerare, intervenire sulla distribuzione ma anche incentivare la produzione.
Tema scuola, altro argomento scottante. La pandemia ha rubato giorni di scuola ai ragazzi e alle ragazze italiani e quindi Mario Draghi vuole rivedere il calendario scolastico, che necessariamente deve essere riorganizzato. Ed ecco l’ipotesi di un allungamento di un mese dell’anno scolastico fino a fine giugno. C’è poi il potenziamento del corpo docenti, con l’obiettivo di arrivare preparati alla ripresa di settembre, prevedendo anche assunzioni perché non si ripeta il problema delle cattedre vacanti e studenti che riprendono la scuola senza avere ancora i professori assegnati. Quindi occorre fare di tutto per assicurare che quando cominciano le scuole i professori siano già in cattedra. Occorre affrontare al più presto il problema delle 10mila cattedre che a inizio anno risultavano ancora vacanti.
Per quanto riguarda il tema del lavoro, sarà uno dei primi veri nodi che il Governo guidato Mario Draghi si troverà a dover sciogliere. La scadenza dell’ultima proroga del blocco dei licenziamenti previsto dal governo Conte è ormai alle porte, e deve essere risolta entro il 31 marzo. Le imprese si oppongono ad una nuovo provvedimento di rinnovo generalizzato per tutti i settori, mentre i sindacati lo invocano almeno fino all’estate, come unico rimedio alla bomba sociale che altrimenti esploderebbe. Draghi sa che c’è comunque la necessità di proteggere i lavoratori, e creare nuovi posti di lavoro attraverso la ripresa degli investimenti e l’apertura di cantieri.