Dramma in casa: bimbo di 4 anni ingoia una puntina da disegno e muore

A raccontare la vicenda è stata proprio la mamma

bimbo

Un momento di distrazione divenuto fatale. Tragedia in una casa di Washington: un bambino di quattro anni è tragicamente morto dopo aver ingoiato una puntina da disegno. La mamma del piccolo, Ayla Rutherford, 29 anni, di Graham, si stava facendo la doccia, quando all’improvviso ha sentito la sua famiglia urlare al piano di sotto ed è corsa nella stanza trovando suo marito Josh, 29 anni, che eseguiva la manovra di Heimlich sul loro bimbo, Axel.

Non sapeva ancora cosa fosse successo, mentre Axel perdeva conoscenza e iniziava a diventare blu. La folle corsa all’ospedale, poi la scoperta choc dei medici: Axel non stava soffocando ma aveva ingerito una comune puntina da disegno che gli ha perforato il polmone sinistro. Purtroppo per il bimbo non c’è stato nulla da fare. I medici hanno dichiarato la morte celebrale dopo le 13.30 del 17 gennaio.

IL TRAGICO RACCONTO DELLA MADRE

A raccontare la vicenda al Metro.co.uk è stata proprio la mamma: “I medici ci hanno detto che, poiché è stato senza ossigeno per così tanto tempo ed è andato in arresto cardiaco cinque volte, non sarebbe tornato come prima. Ci hanno detto sin da subito di non sperarci – aggiunge – ma lo abbiamo fatto lo stesso. Abbiamo pregato molto intensamente“.

“Ci sono volute circa due ore per rimuovere lo spillo, i medici hanno dovuto fare una tracheotomia ma il nostro bambino non si è più ripreso ed è volato in cielo”.

“IL FRATELLINO MI HA CHIESTO QUANDO ALEX SAREBBE TORNATO A CASA…”

La comunicazione della morte di Alex all’altro figlio non è stata semplice, ammette la madre. “Quel giorno siamo tornati a casa, io e suo padre lo abbiamo fatto sedere e gli abbiamo detto che era morto. Abbiamo preferito usare parole vere. Non gli dici che se n’è andato. Gli dici che è morto. Usi parole vere, anche se fanno male. Abbiamo dovuto spiegare che è con Gesù e non è più malato, ma non sarebbe più tornato a casa. Oggi – ha concluso la donna – stavamo facendo scuola a casa e mi ha chiesto quando sarebbe tornato a casa“.