Dramma peschereccio “Nuova Iside”, l’armatore della “Vulcanello” è stato scagionato

La decisione del Gip di Roma che ha confermato la decisione del Tribunale del Riesame e della Cassazione

Iside

 Il Gip di Roma ha deciso di scagionare definitivamente l’armatore della Vulcanello,  Raffaele Brullo, accusato di essere responsabile dell’affondamento del peschereccio “Nuova Iside”. Al largo di San Vito Lo Capo, il 12 maggio del 2020, il peschereccio  affondò portando con sé i tre membri dell’equipaggio: Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono.

Grazie alle successive ricerche della Guardia Costiera vennero recuperati i corpi di due dei tre membri dell’equipaggio, Giuseppe e Matteo. Oltre a individuare, con l’ausilio dei mezzi della Marina Militare, il relitto della nave. Un mese dopo venne invece recuperato sulla spiaggia di Gioia Tauro in Calabria il corpo del terzo pescatore, Vito.

TRE ARRESTI E LE INDAGINI

L’11 febbraio 2021 la Guardia Costiera arrestò l’armatore e due ufficiali. Raffaele Brullo fu accusato di frode processuale e favoreggiamento e anche  di avere tentato di occultare le prove della collisione tra la sua imbarcazione e la Nuova Iside. Il Gip di Roma ha invece deciso di archiviare la posizione dell’armatore e scagionarlo definitivamente, confermando la decisione del Tribunale del Riesame e della Cassazione. 

In una nota la società Augusta Due srl, armatrice della petroliera Vulcanello, ha spiegato attraverso una nota i motivi che hanno portato a scagionare Brullo: “Le varie acquisizioni, fra cui quella relativa al fatto che la decisione di riverniciare lo scafo sia stata assunta, come provato da numerosi messaggi, ben prima del presunto sinistro, nonché al fatto che nessun elemento d’accusa è emerso dalle perizie sulla nave”.

Una decisione che, specifica la società, conclama: “l’assoluta infondatezza di qualsiasi accusa”. E restituisce a Brullo “la piena dignità di imprenditore corretto della quale un’inchiesta indiziaria infondata lo aveva pubblicamente privato”.