È scattata anche in Italia la corsa allo iodio contro le radiazioni nucleari

L’attacco russo alla centrale ucraina di Zaporizhzhia ha fatto scattare anche in Italia la caccia delle pastiglie di ioduro di potassio utilizzate come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni

Dopo l’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, e la evidente volontà russa di procedere alla conquista di tutte le altre, in più Paesi, Italia compresa, è scattata una corsa nelle farmacie a caccia delle pastiglie di ioduro di potassio (Kl). Un composto utilizzato come farmaco contro l’ipertiroidismo e come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni. Si tratta di compresse che riducono gli effetti negativi sulla salute delle persone esposte a radiazioni, e devono essere ingerite tempestivamente.

Si va da alcune ore fino ad un giorno prima dell’esposizione. O, al massimo, entro le prime 6-8 ore dall’inizio delle radiazioni. Ma la raccomandazione è evitare il fai-da-te. Lo ioduro di potassio “deve essere assunto solo dietro indicazioni dei responsabili della salute pubblica. O di coloro che gestiscono l’emergenza”. In quanto nell’assumere lo ioduro di potassio si può andare incontro a rischi per la salute”, raccomandano i Centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc).

«NON È UN PREVENTIVO CONTRO LA RADIOATTIVITÀ»

Sebastiano Venturi, medico esperto di igiene pubblica che ha lavorato nel Servizio di igiene e prevenzione della Ausl di Rimini, rileva in proposito: «È importante assumerlo in dosi opportune e non come preventivo in assenza di radioattività». Venturi e autore di una ricerca su questo tema, pubblicata nel 2020 sulla rivista Human Evolution. Ed aggiunge: «Devono essere inoltre considerati fattori importanti, come eta’, malattie, stato di gravidanza o allattamento». È stato utilizzato dopo l’incidente di Chernobyl, nel 1986.

Si tratta di un sale di iodio stabile, ossia non radioattivo, in grado di bloccare l’assorbimento dello iodio radioattivo da parte della tiroide. Venturi rileva che «In realtà lo iodio protegge solo dallo iodio radioattivo, in particolare dallo iodio 131, ma non da altri radio-nuclidi emessi in incidenti nucleari, come cesio e stronzio». Lo ioduro di potassio deve essere assunto prima che lo iodio radioattivo sia ingerito, o nelle primissime ore» successive.

L’ITALIA VERIFICA LE SCORTE

La iodoprofilassi è contenuta nel Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche, che raccomanda l’organizzazione di un “un sistema di stoccaggio finalizzato alla distribuzione rapida in emergenza”. Secondo quanto detto dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, la Protezione civile e ministero della Salute hanno avviato una ricognizione ed anche alcune Regioni si stanno muovendo per verificare lo stato delle riserve di iodio presenti nelle farmacie.

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