«È stato ucciso il figlio di un boss»: alla Zisa arrivano sei volanti, ma è un bluff

Una falsa telefonata ha allarmato la centrale della polizia, comunicando l’omicidio del figlio di un boss, indicando generalità e indirizzo. L’immediato controllo delle forze dell’ordine ha però fatto scoprire che si trattava di una falsa notizia

Gli investigatori stanno cercando di rintracciare l’autore della telefonata che ieri ha fatto accorrere alla Zisa sei volanti e una quindicina di poliziotti con le armi in pugno. Infatti un uomo ha chiamato la centrale di polizia, dicendo al centralinista: «È stato ucciso il figlio di un boss, andate in fondo Rubino Muratore, alla Zisa». Indicando anche nome e cognome della presunta vittima, e numero civico.

SEI VOLANTI ALLA ZISA

Come racconta il giornale “La Repubblica”, subito dopo nella via della Zisa indicata nella telefonata, sono arrivate sei volanti e una quindicina di poliziotti armi in pugno. Il barbiere della zona ha riferito al quotidiano: «Gli agenti avevano le pistole spianate e chiedevano in strada il numero civico di una abitazione. Urlavano, erano agitati. Qui è stato il putiferio di sirene». Però quando i poliziotti hanno suonato al citofono dell’abitazione, ha risposto proprio la presunta “vittima”. Un incensurato di 23 anni, padre di una bambina.

PERCHÉ QUESTA FALSA SEGNALAZIONE?

E neppure è figlio di un boss, ma di un pregiudicato. Dopo pochi minuti le volanti si sono allontanate. Ma resta da spiegare la motivazione di questa falsa telefonata, arrivata all’indomani del blitz della polizia alla Noce, a due passi dalla Zisa.  È solo una coincidenza? Si tratta di un messaggio destinato al giovane o a suo padre? Oppure occorreva una concentrazione di forze dell’ordine lontano da qualche altra zona? Se si troverà l’autore del bluff telefonico, si potrà avere qualche risposta.