Ecco perché Palermo è rimasta in zona rossa con numeri da fascia arancione

Ironia della sorte, i dati dei contagi sono al di sotto, seppure di poco, della soglia di allerta per entrare in zona rossa

Ieri con una sua nota il presidente della Regione Nello Musumeci ha comunicato che la città di Palermo doveva restare in zona rossa fino al 28 aprile, unitamente a 22 comuni della sua provincia. Una misura restrittiva che comunque non ha riguardato l’intera provincia, perché è valida solo per 22 degli 82 comuni del palermitano. Gli altri 60 sono in zona arancione. Di conseguenza per Palermo ed una parte del territorio circostante continua l’emergenza pandemia, con le massime limitazioni dovute alla permanenza in zona rossa.

MA I NUMERI NON SONO DA ZONA ROSSA

C’è da rilevare, comunque, che i numeri non sono da zona rossa. Infatti, secondo i dati contenuti nella relazione sanitaria dell’Asp riportata dal Giornale di Sicilia, l’incidenza settimanale dei casi in città è di 242.04, quindi ben al di sotto della soglia dei 250 su centomila abitanti stabilito per entrare in zona coprifuoco dal Dpcm di gennaio. Ad incidere negativamente sulla scelta di prorogare il lockdown nella zona del palermitano sono stati due fattori. La mancanza di posti letto in ospedale, e la presenza della variante inglese nel territorio. Sono questi i due fattori che il dirigente generale dell’Asp Daniela Faraoni, assieme al direttore sanitario dell’azienda, Maurizio Montalbano, ed il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Renato Costa, hanno evidenziato nella nota indirizzata al presidente della Regione, Nello Musumeci, al dirigente generale dell’assessorato alla Salute, Mario la Rocca e a tutti i sindaci della provincia.

LA NOTA DEL DIPARTIMENTO PREVENZIONE DELL’ASP

Quindi una decisione che non si attiene solo all’incidenza settimanale dei casi di contagio. Ma giustificata dalla preoccupazione dettata dalle eventuali conseguenze di un eventuale aumento dei contagi. Una ipotesi che porterebbe una maggiore saturazione dei posti letto negli ospedali, con gravi conseguenze . Questo scrive il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asp Loredana Curcurù: «Alla luce della circolazione della variante inglese estremamente più diffusiva, ed in considerazione dell’elevata occupazione dei posti letto di degenza ordinaria e semintensiva, rimangono in atto disponibili i posti in terapia intensiva. In via prudenziale si ritiene opportuno quindi il mantenimento delle limitazioni per la zona rossa di Palermo».

LA RELAZIONE DELL’ASP

Questi i numeri della relazione dell’Asp che riporta Repubblica. Secondo l’ultimo monitoraggio di ieri, i posti letto di terapia intensiva occupati in tutta la provincia sono 61 mentre 66 sono disponibili. Esattamente lo stesso quadro del 2 aprile, prima che scattasse la zona rossa partita il 7. Anche l’occupazione dei posti letto di terapia subintensiva non è cambiata: 51 posti liberi e altrettanti occupati. La vera grana restano i posti letto di area medica: il 2 aprile 449 erano occupati, oggi sono 494. Ne restano disponibili solo 139. E al Policlinico e al Cervello è corsa per attivare 49 posti letto di subintensiva respiratoria. Nella relazione dell’Asp si parla poi di oltre 600 casi di variante, prevalentemente inglese, che spiegano l’accelerazione del virus nel capoluogo.