Un appello giunge dal mondo dell’edilizia, che lancia l’allarme su possibili conseguenze nefaste per alcune aziende del settore. La Regione Siciliana avrebbe infatti un debito di circa 700 milioni di euro con le imprese per lavori eseguiti e non ancora pagati, in molti casi addirittura da un anno.
A spiegarlo, in una nota, è l’Ance – Associazione nazionale costruttori edili. “Ciò è dovuto principalmente al fatto che l’Ars ha approvato la legge di Bilancio 2021 solo lo scorso mese di aprile e che da allora si sono susseguiti vari intoppi nell’iter di attuazione; così, finora è stato pagato appena il 50% delle somme dovute”.
Non è il primo allarme che l’associazione lancia; la situazione ha “notevolmente stressato dal punto di vista finanziario un settore già fortemente provato dalla lunga crisi”.
Preoccupazione esprime Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia. “Siamo preoccupati perché ancora il testo della legge di Bilancio 2022 non vede la luce e sentiamo parlare dell’intenzione di andare all’esercizio provvisorio. Approvare il Bilancio di previsione il prossimo anno sarebbe una sciagura per tutte le nostre imprese: creerebbe ulteriori ritardi nei pagamenti che il nostro settore non è più in grado di reggere. Ci sarebbe una moria di imprese“.
“Facciamo appello al governo regionale e a tutte le forze politiche dell’Ars – conclude Cutrone – affinché con l’impegno di tutti sia possibile approvare la Manovra entro la scadenza di legge del 31 dicembre di quest’anno e consentire una continuità amministrativa che garantisca puntuali pagamenti a tutti gli imprenditori che impegnano risorse prestate dalle banche per realizzare le infrastrutture necessarie allo sviluppo della Sicilia”.