Polemiche all’interno di Forza Italia in Sicilia: l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo e il capogruppo in Consiglio comunale Ottavio Zacco sono stati sospesi per 20 giorni dal partito. Ciò significa che, dall’1 settembre 2024, non potranno rappresentare a livello istituzionale Forza Italia né partecipare all’attività di partito. La decisione dei probiviri arriva in seguito agli attacchi al vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, risalenti a un comizio elettorale tenutosi a Palermo il 7 maggio scorso.
I due esponenti azzurri erano stati deferiti dal vicepresidente della Camera, che ha vinto il ricorso. Al centro della questione alcune frasi pronunciate da Zacco in quell’occasione: “Forza Italia ha utilizzato la Sicilia per fare diventare deputati solo dei camerieri, gente che non ha mai fatto politica, gente che non ha mai tenuto in mano un facsimile”. “Io oggi sento il dovere di scusarmi – aveva proseguito – con tutti i miei amici per avervi fatto votare una persona alla Camera che l’indomani non solo si è scordato che è stato eletto in quel collegio, ma ha iniziato pure a fare la guerra al nostro gruppo e a questo territorio. Noi questo non lo possiamo più permettere, adesso i consensi sono i nostri, gli amici sono i nostri e noi tutti insieme dovremo decidere chi ci rappresenta in Europa ed è Edi Tamajo”. A sua volta Tamajo aveva condiviso sul suo profilo Instagram quell’intervento.
Nel ricorso, Mulè aveva indicato quelle affermazioni reputate screditanti di “Forza Italia, sia nella modalità sia nella composizione delle liste elettorali nelle competizioni nazionali, e i profili e la reputazione degli uomini e delle donne candidate nel nostro Movimento”.
I diretti interessati hanno accusato Mulè di “interpretazione personale”. Entrambi – recitano le carte del ricorso – “deducono che le accuse formulate dal deferente sono del tutto generiche, senza indicare in concreto chi sarebbe stato screditato dall’intervento in esame e che, comunque, non integrano alcuna violazione statutaria”.
Tuttavia, il collegio ha accolto il ricorso del vicepresidente della Camera, sostenendo che l’affermazione secondo cui Forza Italia avrebbe “utilizzato la Sicilia per fare diventare deputati solo dei camerieri, gente che non ha mai fatto politica, gente che non ha mai tenuto in mano un facsimile” sia gravemente lesiva della dignità (oltre che dell’onore e della reputazione) dei parlamentari eletti in Sicilia e connotata da evidente slealtà nei confronti del Movimento. Da qui la sospensione della durata di 20 giorni.
“La decisione dei probiviri, a parer mio, è un chiaro messaggio politico che ha come sfondo logiche che non mi appartengono”, ha dichiarato Ottavio Zacco. “Nonostante ciò, continuerò a lavorare per il bene di Palermo e dei cittadini, come ho sempre fatto. Sarò in mezzo alla gente, tra le strade del capoluogo siciliano, ascoltando le istanze e le tante problematiche che attanagliano la nostra Terra”.
Zacco ha inoltre sottolineato come l’interpretazione del Vicepresidente della Camera riguardo alle sue parole sia un punto di vista personale. “La gente ha il diritto di votare i propri rappresentanti, anche a Roma”, ha affermato. “Ringrazio di cuore tutti coloro che, in queste ore, mi hanno chiamato o scritto dimostrandomi amicizia e solidarietà”.
“Ho avuto il privilegio di essere il più votato a Palermo proprio in Forza Italia – ha concluso -. La mia passione per la politica e per il bene comune continua, responsabilmente, al di là di qualsiasi pensiero, correnti di partito e vari provvedimenti”.
Quanto a Tamajo, un post pubblicato su Facebook stamani recita: “Buongiorno ☀️Oggi giornata meravigliosa. Direzione Augusta per un incontro con il mondo produttivo. In merito alle notizie delle ultime ore, abbiamo preparato il ricorso al provvedimento di sospensione, chiedendo la revoca immediata. Nel frattempo continuiamo a lavorare per la Sicilia, perché a differenza di altri non ho mai “campato“ di rendita. I ❤️ Sicily”.
Foto da Facebook