Effetto Covid: con i decessi dei pensionati l’Inps risparmia miliardi

Nel solo 2020 il 96,3 per cento delle vittime a causa del virus era over 65 anni. Un triste risparmio per quanto riguarda le pensioni

La curva dei contagi continua a declinare, e adesso si spera anche in una rapida flessione anche dell’indicatore dei decessi. Perché gli anziani morti in questi ultimi due anni sono stati tanti. Un indizio si può avere anche dal calo nel numero dei pensionati. È stato calcolato che l’Inps, nel 2020, a causa dell’eccesso di mortalità dovuta al Covid ha risparmiato in spesa per pensioni 1,1 miliardi. In quell’anno il 96,3 per cento delle vittime a causa del virus era over 65 anni. Un triste risparmio per quanto riguarda le pensioni. Lo dice il nono Rapporto di Itinerari previdenziali secondo il quale per questo calo si avrà, fino al 2029, una spesa minore per 11,9 miliardi di euro. I dati ufficiali dicono che in Italia, per Covid, sono morte in totale circa 152mila persone.

Il Rapporto spiega che al primo gennaio 2021 risultavano in pagamento presso l’Inps 423.009 prestazioni previdenziali con durata quarantennale, erogate cioè a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima. L’anno precedente erano 502.327, quasi 80mila in più. Un bilancio drammatico in termini di vite umane.

PERCHÉ TANTI MORTI IN ITALIA

Ma perché l’Italia ha avuto e continua ad avere un così elevato numero di decessi? Il professor Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, spiega: «Ci può essere, rispetto ad altri Paesi, una differenza del metodo del conteggio. Inoltre la nostra è una sanità che, comunque, funziona. E grazie a questo abbiamo una popolazione più anziana, che era rimasta in vita anche con delle cronicità, ma più a rischio quando è arrivato il virus».

Inoltre Lopalco si è soffermato sulla importanza della vaccinazione, ed ha aggiunto: «Ci sono due elementi che fanno la differenza rispetto al primo semestre del 2021. Allora la percentuale di popolazione vaccinata era molto bassa, si era appena cominciato con gli ottantenni, gli unici coperti erano gli operatori sanitari. Secondo dato: il virus è cambiato. Allora c’era la variante Alfa, molto aggressiva, più contagiosa delle precedenti. Soppiantò le precedenti mutazioni e causò una nuova ondata in primavera. Omicron invece ha caratteristiche intrinsecamente differenti. Per questo ritengo altamente improbabile un nuovo rimbalzo del numero dei morti in primavera».