La designazione di Mario Draghi a premier è stata accolta bene dai mercati. È bastata la sua discesa in campo per riportare lo spread a un livello che non si vedeva dal dicembre del 2015. Anche la Borsa ha brindato, chiudendo la settimana con un più 7%. Il tutto solo sulla fiducia. Perché sono ancora in corso le consultazioni con gli esponenti dei partiti, che si chiuderanno oggi. Quindi l’ex presidente della Bce non ha ancora detto una parola sul suo programma e su quale governo intende fare, né sui nomi. Cioè, se pensa ad un governo tecnico oppure ad uno tecnico/politico. E inoltre, quali nomi intende scegliere per guidare i singoli ministeri. È bastata solo la sua presunta presenza alla guida di una formazione di governo ancora da decifrare, per portare una ventata di fiducia sulla economia italiana.
Ieri c’è stata ancora una chiusura in calo dello spread. Infatti il differenziale fra Btp e Bund tedeschi, dopo essere sceso nel corso della seduta a un minimo di 94 punti base, ha chiuso a 98,1 punti. Con un calo di 17,9 punti rispetto alla chiusura di martedì scorso, prima del conferimento dell’incarico a Draghi per formare un governo. Questa contrazione in tre giorni, si traduce in una risparmio di quasi 1 miliardo per le casse dello Stato. Questa la stima fatta dall’Osservatorio sui Conti Pubblici, e riguarda i minori interessi che il Tesoro dovrà pagare sui circa 500 miliardi di titoli da rinnovare. In riferimento al picco toccato dal rendimento del Btp con l’esplodere della crisi di governo. Non solo. Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management, ha spiegato anche che la formazione di un governo a guida Mario Draghi potrebbe valere un ulteriore restringimento dello spread di 20/25 punti. Il differenziale contro i Bund che “potrebbe comprimersi a 70 punti base, non lontano da quello fra il bund e i Bonos spagnoli. Una boccata di ossigeno per i conti italiani.
Dopo tre giorni, ancora una chiusura positiva ieri anche per Piazza Affari. Il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,81%, chiudendo quindi la settimana con lo stesso clima positivo che l’ha caratterizzata nelle altre sedute. Il principale indice borsistico ha chiuso così la settimana registrando un +7% in totale. Mentre da mercoledì, quindi da quando è stato affidato l’incarico di formare un nuovo governo all’ex presidente della Banca Centrale Europea, lo scostamento è stato di un +4,6%. Il rialzo più marcato si è avuto per per i titoli bancari, che sono rimasti tonici anche ieri, con un salto in avanti del 9,5% solo tra mercoledì e venerdì.