Le nuove frontiere della musica riescono spesso a dare risalto anche a talenti emergenti, che si fanno spazio tramite i canali social e le piattaforme musicali più ascoltate, tra cui Youtube Music e Spotify. Di contro, il fenomeno della globalizzazione social rende più complesso mettersi in luce tra tanti. Ci vuole bravura, ed anche un pizzico di fortuna, come racconta a Palermo Live Riccardo Manieri, autore, cantante e produttore del duo palermitano “Larizon”. Il gruppo, composto da lui e la moglie, Laura Brucato, si sta facendo conoscere ed apprezzare non solamente per le doti canore, ma anche per la particolarità di uno stile musicale che prende spunto da altri generi del passato per creare un sound tradizionale ma allo stesso tempo innovativo.
«Abbiamo pensato al nome “Larizon” – ci racconta Riccardo Manieri – per unire le iniziali del mio nome e quello di mia moglie. Inizialmente il gruppo era un trio, che si chiamava “Storm”. Da qui la “z” che richiamava al nome del terzo componente e l'”on” acceso di rosso, ad indicare che nonostante avessimo cambiato nome eravamo ancora attivi e presenti. Il 14 marzo è uscito il nostro nuovo album, “Nuova Era”. Noi venivamo da un sound un po’ differente, sempre elettronico ma più internazionale, con il cantato in inglese e un rock un po’ più duro. L’intento però era quello di passare ad un cantautorato italiano, e portare le nostre sonorità internazionali nel sound nazionale. Impresa non semplice, ma pensiamo di esserci riusciti. Nuova era è un titolo anche esemplificativo, per la nuova vita che verrà dopo l’uscita dalla pandemia. Non è semplice ma siamo sicuri che, nonostante il virus e la guerra, alla lunga il bene regnerà sempre.»
«Al momento – prosegue Manieri – sono usciti solamente due singoli, “Specchio” e “Risalire”. È una precisa volontà, per creare un po’ di “suspance”, facendo conoscere piccole tracce ogni due o tre giorni. Inoltre stiamo cercando di contattare alcune etichette discografiche importanti. La nostra band si ispira a generi musicali di artisti del calibro di Eiffel 65, Negroamaro, Subsonica. Ma ci ispiriamo anche alla dance anni ’90 e alla dubstep, nonché a cantautori italiani come Tiziano Ferro o Raf, o internazionali come Muse, Queen o Coldplay. Cercando di unire queste ispirazioni del passato in un genere tutto nostro. L’obiettivo deve essere sempre fare le cose con passione, e avere un’identità forte e chiara, non vivendo con l’idea di dovere sempre convincere qualcuno.»