Dalla sua Palermo all’Opéra di Paris, Eleonora Abbagnato ne ha fatta tanto di strada. La sua vita e il suo enorme talento sono diventati anche un docu-film “Eleonora Abbagnato. Una stella che danza”, diretto da Irish Braschi e prodotto da Matteo Levi, che andrà in onda su Rai3 il 29 marzo.
La ballerina palermitana, fin dagli inizi della sua carriera parigina, dovette affrontare pregiudizi e sfide, essendo l’unica italiana in mezzo a colleghi francesi. In un’intervista al Corriere della Sera, ricorda con una nota di nostalgia come veniva chiamata “la petite mafieuse” dalle madri delle altre danzatrici. Un appellativo che allora non colse, ma che oggi le ha dato modo di riflettere.
“Oggi sarebbe un insulto, all’epoca non mi rendevo conto del peso della parola mafiosa. Avevo solo 14 anni”, confessa, sottolineando come il pregiudizio legato alla sua origine siciliana l’abbia seguita anche dopo il suo successo.
“Quando ero Étoile, ricevetti persino una lettera anonima, dove c’era scritto: liberiamoci della mafiosa siciliana”. Una vita, quella da ballerina professionista, fatti di momenti caratterizzati da sacrifici e solitudine “dolorosa, ma necessaria e, in certi casi, persino esaltante”.