Le Elezioni amministrative che si sono concluse lunedì 4 ottobre sono adesso al centro delle analisi degli addetti ai lavori. Esperti, politologi, direttori di giornale e tv. Ma per avere una visione d’insieme sui risultati, occorre sempre tenere presente il responso dei numeri. Si può dire qualsiasi cosa, si possono fare le dichiarazioni più roboanti, ma solo i numeri sono il dato reale, e sicuramente non mentono mai. Da tutte le parti è stato sottolineato il calo generale, o, per meglio dire, il crollo dell’affluenza. Nelle cinque grandi città che hanno catturato l’interesse di tutti la percentuale dei votanti si è fermata al 54%. Confrontando il numero dei votanti 2021 con le amministrative 2016, a Milano, Torino, Roma, Napoli e Bologna si sono persi centinaia di migliaia di voti, più di 400 mila. A Napoli circa 60mila, a Roma 196mila, a Bologna più di 22mila, a Milano -59mila e Torino 66mila. Questo il dato generale. Questo per quanto riguarda l’affluenza. Ma ovviamente è anche interessante entrare nel dettaglio della distribuzione dei voti fra i partiti maggiori, partito per partito. C’è chi piange e c’è chi sorride. C’è anche chi ride, anche se forse dovrebbe essere più cauto, e c’è chi si lecca le ferite, seppure cercando di nasconderle.
Di sicuro il partito dell’ex premier Giuseppe Conte è quello che ha pagato di più. dappertutto, in maniera pesante, pesantissima. Infatti nel complesso i grillini, rispetto alle precedenti amministrative, hanno perso più di mezzo milione di voti. Con alcuni picchi clamorosi. A Roma, ad esempio, nel primo turno del 2016 raccolsero 46lmila voti mentre in questa tornata si sono fermati a 110mila. Circa 350 mila in meno, davvero una Waterloo. Per non dire di Milano, dove hanno raccolto solo 12.517 voti di lista. Meno dell’outsider Paragone, ex 5 Stelle, che con una sua lista li ha superati
Il partito di Giorgia Meloni invece è cresciuto dappertutto, confermando il trend positivo delle ultime rilevazioni e dei sondaggi nazionali. Nelle 5 grandi città, infatti, il confronto fra le amministrative del 2016 e le attuali, si è sempre chiuso con il segno più. Fratelli d’Italia ha guadagnato circa 111 mila voti. La crescita maggiore è stata riscontrata a Milano con quasi 32 mila voti in più. Insidiando per la prima volta la Lega, come forza trainante del centrodestra.
Enrico Letta ha commentato i risultati elettorali del suo partito con grande entusiasmo, Infatti a Milano, Bologna e Napoli i suoi candidati hanno conquistato la poltrona di sindaco già nel primo turno. Esultando Letta ha anche dichiarato: «finalmente siamo tornati in sintonia con il Paese». A ben guardare, però, i numeri non mostrano tutta questa sintonia. Anzi il contrario. Esaminando sempre i voti delle 5 città, il Partito Democratico ne ha ha persi parecchi rispetto a 5 anni fa. Si riscontra un calo di quasi 65 mila voti. Solo a Milano si è registrata una timida crescita, con un più 6 mila voti. Mentre altrove è andata male, soprattutto a Roma, dove ci sono stati quasi 40 mila voti in meno. Probabilmente in questo calo ha influito il grande successo di Calenda e della sua lista.
L’analisi dei voti del partito di Salvini si presta a due ragionamenti. Esaminando le preferenze ricevute dall’elettorato nel loro complesso, per la Lega, rispetto a 5 anni fa si riscontra una crescita: più di 19 mila voti in più. Ma in generale ci sono anche dati che devono far riflettere. Soprattutto quello di Milano, dove nella debacle generale del centrodestra si devono evidenziare gli oltre 10 mila voti persi dal partito di Salvini. In controtendenza invece Roma, dove c’è stata una forte crescita, con quasi 28 mila voti in più.
C’è un altro partito che ha chiuso la due giorni elettorale con il segno meno in tutte e 5 le grandi città. Ed è Forza Italia, il partito di Silvio Berlusconi. Certo, da una parte i forzisti si si possono consolare con la Calabria, perché Roberto Occhiuto, suo candidato e rappresentante, in quella regione ha trionfato. Ma altrove, da Milano a Napoli, il calo è stato pesante. Nel complesso i voti persi sono stati tanti, quasi 105 mila. Ma è soprattutto nel capoluogo lombardo che la perdita è stata clamorosa. Cinque anni fa i berlusconiani hanno ottenuto oltre 100 mila voti. Ieri hanno chiuso poco sopra i 30 mila.