È partita ieri sera da Augusta la nave cisterna “Ticino”, messa a disposizione della Marina Militare italiana, con 1200 metri cubi d’acqua. L’invio dell’imbarcazione, diretta al porto di Licata, ha lo scopo di mitigare l’emergenza siccità nelle province di Agrigento e Gela a seguito dell’ondata di caldo delle ultime settimane.
L’unità navale è stata individuata nelle scorse settimane, d’intesa con la Protezione civile nazionale, dal coordinatore della Cabina di regia per l’emergenza idrica e capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina, su indirizzo del presidente della Regione Renato Schifani. I dettagli dell’operazione sono stati definiti nel corso di un incontro che si è tenuto nella base navale di Augusta tra Protezione civile regionale, Ati di Agrigento, Ufficio circondariale marittimo di Licata, Capitaneria di Pozzallo, alla presenza del contrammiraglio Alberto Tarabotto della IV divisione navale della Marina militare.
L’acqua trasportata dalla “Ticino” verrà immessa nella rete idrica in circa 25-30 ore per rifornire il Comune di Licata, permettendo così di liberare risorse che verranno dirottate verso altri centri della zona colpiti dall’emergenza siccità. I costi dell’operazione sono a carico della Regione.
La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali” a causa della persistente siccità che colpisce l’Isola da circa un anno, una delle più gravi dell’ultimo cinquantennio. Il provvedimento era stato richiesto dal governo regionale lo scorso 17 giugno. Si attende ora solo la firma del decreto da parte del ministro della Sovranità agricola, alimentare e forestale.
Il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali dal primo luglio 2023 a maggio 2024 consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della Politica agricola comune, che permetterebbero di non applicare determinati vincoli a pascoli e terreni, continuare a godere di aiuti, rinviare pagamenti, sanzioni e oneri.
Dopo le varie polemiche sull’ipotesi razionamento, la Cabina di regia regionale ha anche deciso per la riduzione (ulteriore) dell’acqua a Palermo. Dal 5 agosto verrà attuato un ulteriore taglio dell’erogazione per consentire un maggiore risparmio della risorsa idrica in città.
Un piano “flessibile” che si adatterà alla capacità di distribuzione della rete in città, con l’ipotesi eventuale di avviare una seconda fase sperimentale con la riduzione oraria in alcuni quartieri. Sarà sempre preservata la zona centrale, nella quale sono presenti ospedali, caserme, uffici pubblici civili e militari, case di cura e strutture ricettive. Contemporaneamente Amap, la società che gestisce il servizio idrico, sta eseguendo i lavori di ripristino di alcuni pozzi, oltre alla sistemazione delle tubature colabrodo.