Condannato all’ergastolo il barelliere che uccideva i malati in ambulanza
L’indagine sul barelliere,, chiamata «Ambulanza della morte», è partita dalle dichiarazioni di un pentito in un servizio de ‘Le Iene’
La prima Corte d’assise di Catania ha condannato all’ergastolo Davide Garofalo, 46 anni, a conclusione del processo di primo grado per omicidio aggravato e estorsione aggravata dal metodo mafioso, scaturito dall’inchiesta sulla cosiddetta “ambulanza della morte”. L’imputato, in qualità di barelliere, è accusato di avere ucciso, tra il 2014 e il 2016, tre persone. Le vittime erano pazienti gravi a cui, secondo, l’accusa, avrebbe iniettato aria nelle vene per causarne il decesso. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 30 anni, ma la Corte ha deciso per l’ergastolo. L’uomo, 42 anni, è uno dei due barellieri protagonisti di un caso clamoroso quanto incredibile, venuto alla luce nel 2017 in provincia di Catania e scoperto dalla trasmissione “Le iene”. Per un altro barelliere, Agatino Scalisi, deve ancora iniziare il processo con rito abbreviato.
ANZIANI UCCISI IN AMBULANZA
Garofalo, in almeno tre casi, in un periodo compreso tra il 2014 e il 2016, avrebbe ucciso anziani pazienti terminali, che con un’ambulanza di una ditta privata dovevano essere trasportati dall’ospedale all’abitazione. Stando all’accusa, l’uomo, mentre era sull’ambulanza, iniettava aria nelle vene delle vittime, provocandone la morte per embolia. Quando poi l’ambulanza arrivava a casa della vittima, il barelliere diceva ai familiari che il loro congiunto era improvvisamente deceduto durante il tragitto. Tutto, per incassare la “mancia” di 200-300 euro che i familiari gli davano per la vestizione del cadavere e per consigliare una ditta di onoranze funebri. Di solito vicina a cosche mafiose, dalla quale riceveva denaro in cambio della “segnalazione”. L’inchiesta ha accertato che delle somme incassate, Garofalo teneva per sé solo una parte, perché il resto andava ai clan mafiosi di Biancavilla, il paese dove è accaduta questa triste vicenda.