In tanti, come recita il volantino, si sono dati appuntamento questo pomeriggio in Piazza Indipendenza a Palermo. Sono le esasperate partite iva palermitane ma non solo, visto che nel capoluogo isolano sono accorsi da ogni angolo della Sicilia . Lo avevano annunciato qualche giorno fa gli imprenditori, allorchè, riunitisi a Piazza Verdi, causa mancanza di autorizzazione da parte della Digos fu loro negato di sfilare in corteo. Questa volta l’autorizzazione c’è stata e, come sempre in maniera civile ma veemente, lavoratori appartenenti a tutte le categoria si sono uniti “Tutti per lo stesso obiettivo”: Libertà, Libertà, Libertà. Ovvero quella di potere scacciare via l’opprimente prospettiva di restare chiusi, senza la possibilità di “portare a casa il cosiddetto pezzo di pane”, lamentano in coro. Rivendicano i loro diritti sulla base di una dignità che non deve e non può essere calpestata. “Vogliamo la possibilità di guadagnarci il pane – esclama un giovane autotrasportatore -, metteteci nelle condizioni di potere lavorare perchè, in caso contrario, sappiatelo, siamo pronti alla rivolta: bloccheremo i tir, cosicchè a non potere mangiare non saremo i soli – conclude facendo chiaro riferimento ai governanti .”
SIAMO STANCHI
La misura è colma, si additano i politici rinchiusi all’interno del Palazzo della Regione che, “nonostante sentano forti le richieste di un confronto con gli imprenditori si guardano bene dal concederlo – aggiunge un’altra partita iva.” “600, 1000 euro? Sono un’elemosina, non è certo con questo sostegno che tutti noi potremo avere quel cosidetto ‘ristoro’ tanto sbandierato dal Governo“. La gente è stanca di promesse che cadono puntualmente nel vuoto, “perchè di questo si tratta – sostengono in coro -, basta ricordare che fine ha fatto il bonus Sicilia promesso da Musumeci, con quel click day farlocco che tenne col dito sospeso sui tasti dei pc migliaia di siciliani speranzosi”.
UN CONFRONTO MANCATO
Ed è quando una piccola delegazione di imprenditori si fa avanti, per chiedere legittime spiegazioni ai “padroni di casa della Regione” che, non avendo riscontro si scaldano gli animi. Niente più di tanto, fortunatamente, nonostante il sopraggiungere tempestivo della polizia in assetto anti sommossa abbia fatto temere il peggio. “Perchè noi tutti, i poliziotti li rispettiamo in quanto chiamati a svolgere il loro lavoro volto a mantenere l’ordine pubblico. Quello che vogliamo è solo potere lavorare per i nostri figli”.
———————————————————————————————————————————————————–
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE