Eseguita l’autopsia di Candida: non ci sarebbe la rottura dell’utero

Dopo l’autopsia giallo sulle cause della morte di Candida e Leon. Il legale della famiglia: «L’utero era integro» La difesa dei ginecologi: «Aspettiamo la perizia»

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I quattro periti incaricati dalla Procura, dinanzi ai consulenti di parte, hanno eseguito l’autopsia sui corpi di Candida Giammona e del figlio Leon, entrambi morti sabato scorso per le conseguenze di uno sfortunato parto. Il marito della donna El Madani Oumouzoune, di origini marocchine ma perfettamente integrato, ha atteso l’esito dell’esame autoptico fuori dall’istituto di medicina legale del Policlinico. «Mi aspetto le risposte che nessuno mi ha ancora dato. Me le devono dare pe mia moglie e per mio figlio», ha detto.

NON CI SAREBBE LA ROTTURA DELL’UTERO

Intanto, come riporta il Giornale di Sicilia oggi in edicola, dai primi riscontri pare che non si sarebbe verificata la rottura dell’utero. Come indicato dalla clinica Candela come la causa dell’aggravamento delle condizioni di Candida. Sembrerebbe che l’organo è integro. Se questa eventualità venisse confermata, non verrebbe confermata la linea della difesa, che ha attribuito la morte della donna e del bambino ad un «evento assolutamente imprevedibile», come spiegato a caldo dall’avvocato Sergio Monaco, che difende la clinica Candela. Nel sostenere questa tesi, il legale ha affermato che ci si sarebbe trovati in presenza della rottura dell’utero, che ha determinato la fuoriuscita del liquido amniotico. Da lì il diffondersi dell’infezione e la Cid (coagulazione intravasale disseminata) che ha portato alla morte sia della madre che del feto. Aspettiamo, comunque ─ ha detto ancora l’avvocato ─ l’esito della perizia e solo allora potremo fare le opportune valutazioni».

L’AVVOCATO DEI FAMILIARI DI CANDIDA NON È D’ACCORDO

Ma il legale dei familiari di Candida,  Giuseppe Incardona, non è d’accordo. «In ogni caso ─ sostiene ─ la rottura dell’utero non è causa di morte se viene gestita correttamente secondo linee guida e poi, da quanto si è appreso, l’organo era integro». Al momento, comunque, non c’è nulla di certo. Occorre attendere la relazione che i periti della Procura depositeranno entro novanta giorni. E i consulenti di parte avvisano che «è ancora presto per individuare le cause esatte». Ieri intanto sono stati effettuati alcuni prelievi di organi, e poi la salma è stata riconsegnata alla famiglia. Stamattina sarà allestita la camera ardente al Policlinico, e domani a mezzogiorno ci saranno i funerali fissati nella chiesa di Sant’Ernesto in via Campolo.