Anna, Ina e Irene Napoli. Sono questi i nomi delle sorelle di Mezzojuso ormai note alla cronaca per aver denunciato le forti pressioni mafiose. Se ne cominciò a parlare nel settembre 2017, con una intervista pubblicata da Repubblica. Poco dopo, le tre donne divennero protagoniste del talk show di Massimo Giletti, “Non è l’Arena”.
In tanti collegamenti raccontarono che erano in atto forti pressioni mafiose con l’intento di appropriarsi dei loro terreni. Documentarono recinzioni tagliate, “invasioni di campo” di intere mandrie, minacce, trattori danneggiati, lanci di pietre, cani avvelenati. Insomma, un vero incubo. I carabinieri avviarono le indagini, e da allora i raid e le minacce vennero meno, ma in quattro furono arrestati per estorsione e calunnia: Giuseppe La Barbera, Simone La Barbera, Antonino Nenè, Tantillo e Liborio Tavolacci. Nel processo celebrato nel tribunale di Termini Imerese e conclusosi in questi giorni, il giudice ha scagionato nel merito gli imputati e in parte dichiarato la prescrizione per gli imputati.
In particolare Simone e Giuseppe La Barbera sono stati assolti dal reato di calunnia. Simone La Barbera, Antonino Tantillo e Liborio Tavolacci sono stati assolti per la tentata estorsione. Per una sassaiola di cui sarebbero state vittime le sorelle Napoli, il reato è stato dichiarato prescritto. Inoltre i quattro sono stati assolti dall’accusa di invasione di terreni, uccisioni di animali, lucchetti danneggiati e varie intimidazioni. «Siamo estremamente soddisfatti della decisione dei giudici del collegio termitano – hanno dichiarato i legali –. Fin dall’inizio abbiamo sempre sostenuto e difeso nelle opportune sedi giudiziarie i nostri assistiti. I processi si celebrano nelle aule di giustizia e non nel corso di trasmissioni televisive. Oggi mettiamo la parola fine ad un incubo mediatico che ha creato notevoli disagi agli imputati, riscattandoli da un’accusa ingiusta nei loro confronti».
L’avvocato Giorgio Bisagna, legale di parte civile delle sorelle Napoli invece si è chiesto: “E allora chi è stato a commettere tutti quei danneggiamenti? Certo, le sentenza vanno sempre rispettate, ma adesso si pone un serio problema di sicurezza per le mie assistite”. Irene Napoli a nome delle sorelle ha detto, amareggiata: “Dopo tante denunce non abbiamo avuto giustizia. Francamente non mi aspettavo questo finale. La giustizia non ci ha tutelato”. Questo invece il commento di Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone: «C’è stata una grande costruzione mediatica attorno a questa vicenda che alla fine ha travolto tutti. Fermo restando che sono emersi anche dei rapporti con ambienti di mafia che tuttavia non refluivano nella vicenda delle sorelle Napoli”.
“Magari le sorelle avranno subito delle pressioni ─ ha aggiunto ─, ma certamente non le estorsioni che sono state verificate e non sono emerse ne nella fase dibattimentale e tanto meno nella odierna sentenza che assolve i presunti estortori. La stampa e soprattutto la televisione, a mio avviso, devono essere molto più cauti e rispettosi rispetto a vicende di certo delicate, ma che non trovano e non hanno trovato nella fattispecie riscontro nella verità dei fatti”.