Il Tribunale regionale superiore di Naumburg ha dato il via libera all’estradizione di Filippo Turetta in Italia. Il 22enne è accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.
Dopo giorni di ricerche Turetta è stato arrestato in Germania e si trova al momento rinchiuso nel carcere di Halle. L’avvocato difensore Emanuele Compagno non esclude la possibilità di una perizia psichiatrica: “È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno, lo faremo. Questo tipo di aspetto va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, un ragazzo descritto da tutti, anche dai genitori, come dedito allo studio, allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri”. La Procura tedesca ha fatto sapere che il 22enne potrebbe essere consegnato all’Italia “in alcuni giorni”.
“Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne. Ho il massimo rispetto di mia moglie e in casa abbiamo sempre condannato apertamente ogni tipo di violenza di genere. Vederci descrivere ora come una famiglia patriarcale ci addolora molto”. Così ha dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, è Nicola Turetta, padre di Filippo.
“Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia – ha proseguito -. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio. Anzi, parlavamo spesso in casa di questi temi, soprattutto quando i ragazzi partecipavano agli eventi organizzati dalla scuola… Ora, non sappiamo davvero darci una spiegazione”.
“Secondo noi, ripeto, gli è scoppiata qualche vena in testa – ha aggiunto Nicola Turetta nel corso dell’intervista -. Non c’è davvero una spiegazione. Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato“.