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L’ultimo sms all’amante: “Se muoio è stata mia moglie”, ma i giudici assolvono la donna

Aveva scritto all’amante un messaggio poche ore prima del decesso: “Se mi trovano morto, chiama la polizia. È stata mia moglie”. Poi Ettore Treglia, torinese, cinquant’anni , con una dipendenza dall’alcol, è stato trovato davvero morto il 5 aprile 2021. Il cadavere venne trovato in una poltrona, davanti alla televisione. “Morte naturale” per il medico del 118. Omicidio per il pubblico ministero Paolo Cappelli, che dopo aver visto quel messaggio sospese i funerali e dispose un’autopsia. Vennero aperte le indagini, la moglie  fu accusata di omicidio e rinviata a giudizio ma di prove certe, evidenti, “scientifiche” ce ne erano pochissime. Inoltre, per una questione tecnica, l’esito dell’esame autoptico venne dichiarato nullo. E così restarono i periti delle parti che si pronunciarono su foto e vetrini. Ognuno con le sue valutazioni e le sue ipotesi.

La moglie assolta perché “il fatto non sussiste”

La Corte d’assise di Torino ora ha assolto la moglie accusata di omicidio perché “il fatto non sussiste”. Si è conclusa così una vicenda complessa, scaturita da un SMS. “La Corte ha affermato nel caso concreto il principio costituzionale del giusto processo e della presunzione di innocenza”. Innocenza che la moglie, Gaia Principe, davanti ai giudici, ha ribadito più volte. “Non ho ucciso mio marito”. Anche se ha ammesso che quella sera avevano litigato. “Lui voleva un rapporto sessuale, io l’ho respinto. Era ubriaco, come sempre. È caduto sulla poltrona. Quando sono andata a dormire era ancora vivo”.

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Redazione PL