Lite a colpi di comunicati e post tra Barbara Evola, la “capessa” di Sinistra Comune a Palazzo delle Aquile e Sabrina Figuccia, tra le principali espressioni dell’anti orlandismo. L’antefatto risale a ieri sera, dopo la votazione che ha salvato il sindaco Orlando. Figuccia in compagnia dell’attivissimo fratello e deputato regionale Vincenzo, ha atteso i consiglieri della maggioranza all’uscita del palazzo. Con loro l’inseparabile telecamera che narra le gesta del clan familiare più celebre della politica palermitana contemporanea. A Barbara Evola la cosa non è andata giù. Per niente. E lo ha denunciato su facebook, senza alcuna esitazione.
Ecco il testo del post: “Sono veramente disgustata e amareggiata per l’episodio di ieri pomeriggio. Dopo una lunghissima seduta di consiglio comunale per discutere la mozione di sfiducia al sindaco, all’uscita dal palazzo vengo braccata dall’ex assessore regionale Figuccia e dalla sorella Sabrina, consigliera comunale, che davanti ad una telecamera additava i consiglieri e le consigliere “colpevoli” di non aver mandato a casa il sindaco ad un paio di cittadini arrabbiati, aizzandoli contro i rei confessi. Io credo fortemente nella politica, nel confronto serrato e duro, nello scontro, sempre dentro i binari del rispetto dei modi, dei luoghi, della dignità dell’altro. La gogna, il linciaggio, la strumentalizzazione della sofferenza e del disagio non appartengono alla Politica con la P maiuscola, ma allo Squallore della politica con la S maiuscola. Ecco, ieri sono stata travolta da questo squallore”.
Prendi incarta e porta a casa. Ma a stretto giro di posta è arrivata la replica di Sabrina. “Concordo perfettamente con la consigliera Evola sul disgusto e l’amarezza per l’intera giornata di ieri, che racconta come un manipolo di consiglieri comunali capitanati da una vecchia cariatide, possano ancora tenere in ostaggio un’intera città, che desidera solo quella normalità che da troppo tempo il sindaco Orlando promette senza mai realizzare. Non si sconvolga la consigliera Evola, se i cittadini stanchi e avviliti prendono posizioni nette rispetto a chi ancora si ostina a credere in un passato che tenta di camuffarsi da presente, del resto se lei stessa si definisce colpevole e rea confessa evidentemente sa di esserlo. Per il resto, comprendo il suo stato d’animo di profondo disagio di fronte alla collettività, ma credo che sarebbe molto più proficuo un lavoro di introspezione e analisi del proprio operato politico, piuttosto che una sterile critica personale nei confronti di chi, come me, ha la sola colpa di stare con la gente comune, respirarne gli umori e farsene interprete. La Politica con P maiuscola non può e non deve permettersi il lusso di rimanere incollata a poltrone fra le stanze di dorati palazzi. Se la mia colpa è quella di essere rimasta in piazza fra la gente sono felice di essere colpevole”.