Ex attore di Gomorra picchiato a sangue in casa, nella sedia a rotelle

I fatti risalgono a luglio dello scorso anno, ma ora i carabinieri hanno arrestato due persone con le accuse di estorsione e lesioni aggravate dal metodo mafioso

Da Scampia arriva un brutto episodio di violenza che vede protagonista un volto noto del film Gomorra: Salvatore Abbruzzese, che è stato massacrato di botte per un debito di droga. L’attore, 28 anni, noto al grande pubblico per aver interpretato il piccolo Totò nel film “Gomorra”, è stato pestato a sangue  e costretto a lasciare il suo appartamento a Scampia per non aver saldato un debito da 60 euro con gli spacciatori. I quali, dopo un anno, ne pretendevano 2.500. I fatti risalgono a luglio dello scorso anno, ma ora i carabinieri hanno arrestato due persone, Leopoldo Marino di 39 anni e Carmine Pandolfi, di 25. Le accuse sono estorsione e lesioni aggravate dal metodo mafioso.

UN DEBITO NON PAGATO

Salvatore Abbruzzese ha cominciato a spacciare per la camorra nel 2020, dopo che aveva perso il lavoro a causa della pandemia. E lavorando per il clan della Vanella Grassi gli va bene, guadagnava anche 700-800 al giorno. Ma viene arrestato, e  finisce prima in carcere, e poi ai domiciliari. A casa, mentre aiutava la madre nelle faccende domestiche, cade e si frattura entrambi i calcagni. Finisce su una sedia a rotelle e, da questo momento, per lui le cose vanno male. Lo vanno a trovare Marino e Pandolfi, i due adesso arrestati, che pretendono il pagamento di un debito. Sono 60 euro, per un grammo di cocaina acquistato nel 2020 e mai pagato. Ma ora vogliono 2.500 euro, altrimenti deve lasciare assieme alla madre l’abitazione dove ha vissuto legittimamente per 27 anni.

PICCHIATO A SANGUE E BUTTATO FUORI CASA CON LA MADRE

Il primo approccio è del 10 luglio 2021, ma i due sono tornati altre due volte, minacciandolo anche di morte. Alla fine, quando si sono resi conto che non avrebbero avuto i soldi, hanno picchiato Abbruzzese con calci, pugni e ginocchiate, fino a farlo sanguinare. È intervenuta la mamma, ed è riuscita a farli uscire da casa sua. Ma il giorno dopo Marino e Pandolfi si sono ripresentati e hanno concesso a madre e figlio solo pochi minuti per raccogliere le loro cose e andare via. Li mettono alla porta in malo modo,  con un ultimatum per Abbruzzese: «Non ti avvicinare mai più a Scampia». Dai controlli dei carabinieri è anche emerso che i due indagati, direttamente o tramite loro familiari, hanno goduto anche del reddito di cittadinanza.