Ex vice-sindaco di Villabate scrive a Mattarella: “Viviamo tra i rifiuti”

Draghi

Stamane Francesco Giglio, che ha ricoperto la carica di vice-sindaco di Villabate fino a qualche anno fa, ha scritto una lettera aperta rivolta al presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella. Tramite il suo profilo facebook, Giglio si rivolge al Presidente descrivendo la preoccupante realtà periferica di Villabate, “sommersa da rifiuti in ogni angolo”.

LE PAROLE DI GIGLIO

L’ex vice-sindaco di inizia la sua lettera definendo Villabate come ” periferia degradata” di Palermo. Siamo costretti a vivere in mezzo a tanti cumuli di rifiuti abbandonati. – ha proseguito Giglio – A chi fa comodo vivere in mezzo a tanta spazzatura? Arrivo a pensare che non sia più un problema esclusivo della politica. In questi anni siamo stati amministrati anche da persone perbene. Io stesso ho servito da vicesindaco il mio paese. Ma nessuno è riuscito a programmare una soluzione per il futuro di questa terra.

Da qui il mio appello ad un Suo intervento da garante di tutti i cittadini, da siciliano innamorato della storia, della cultura e dalla bellezza della nostra terra.Oggi più che mai, nel pieno di un’emergenza sanitaria, sarebbe opportuna una reazione dello Stato e della società civile per ripulire la nostra Regione dal business e dalla vergogna dei rifiuti. La situazione sanitaria non può essere il freno alla nostra economia. I bilanci dei comuni sono al collasso. Abituarci a tutto questo rappresenta un fallimento“.

GIGLIO NON PARLA SOLO DI RIFIUTI

“Approvare i bilanci è diventata un’impresa titanica, – prosegue Giglio nella sua lettere indirizzata a Mattarella – con conseguenze sui servizi per il paese. I ragazzi attendono buoni libri, non riusciamo più a programmare un sistema di trasporti, manca l’assistenza domiciliare per i disabili, quella scolastica, non possiamo partecipare a progetti ministeriali ed europei per l’impossibilità di concorrere con la parte cofinanziata. Ci sentiamo ripetere soltanto dei NO!“.

LA CONCLUSIONE CON APPELLO FINALE

Caro presidente – conclude la lettera – il rilancio dei nostri territori parte dall’arginare questa ferita economica, sanitaria e sociale che ormai ci attanaglia. La prego di sottoporre al governo, alla regione e agli enti preposti un tavolo per la risoluzione del problema. Le chiedo di farlo per i nostri figli, il mio ha 4 anni e si chiama Matteo. Mi creda, è per loro che dobbiamo in tutti i modi ritornare a credere nel futuro e nel riscatto di questa amata e martoriata terra.”